SIMONE da Roma
SIMONE da Roma. – Nacque forse nel terzo decennio del XV secolo (cf. infra); nulla è noto circa la sua famiglia di origine. Le prime notizie certe che lo riguardano sono degli anni 1443-45, quando è citato come testimone, insieme con qualche confratello, in alcuni atti notarili relativi a transazioni patrimoniali del convento di S. Agostino di Roma.
Sicuramente frequentò con profitto le scuole conventuali, poiché il suo nome compare nel registro del priore generale Giuliano di Salem, che il 5 agosto 1457 lo destinò come primo dei tre lettori del convento di Padova (Iuliani de Salem O.S.A Registrum generalatus 1451-1459, a cura di D. Gionta, 1994, n. 669, pp. 245 s.). La disposizione è confermata da un’annotazione autobiografica (si definisce «indigno lettore in theologia colocato in elo almo studio di Padoa»: Simone da Roma, Libro over legenda della beata Helena da Udene, a cura di A. Tilatti, 1988, p. 124) inserita nel prologo dell’opera agiografica in volgare che Simone scrisse nel 1458, in onore della beata Elena Valentinis da Udine, terziaria agostiniana, morta il 23 aprile di quell’anno.
La permanenza nella città universitaria gli consentì di conseguire il grado di baccelliere sentenziario, autorizzato quindi a leggere e commentare il Liber sententiarum di Pietro Lombardo. Egli fu presentato dal magister Agostino da Padova antiquior e accettato dagli altri maestri della facoltà teologica il 6 giugno 1459 (Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 1451 ad annum 1460, a cura di M.P. Ghezzo, 1990, nn. 570-571, p. 174; non nel 1460 come in G. Brotto - G. Zonta, La facoltà teologica..., 1922, p. 249). Nel dicembre del 1460 Simone era di nuovo a Roma, nel capitolo conventuale di S. Agostino e venne nominato in sacra pagina magister.
Non è noto peraltro dove e quando abbia conseguito il magistero; i registri dello Studio padovano tacciono in proposito. Ma proprio sulla base del suo cursus studiorum si può comunque calcolare che fosse nato negli anni Venti del Quattrocento.
Data la sua esperienza di studio, il provinciale agostiniano, fra Andrea da Ferrara, e il priore del convento udinese di S. Lucia, fra Francesco de Rossi da Venezia, lo vollero a Udine per comporre e predicare la vita e i miracoli della beata Elena ([Francesco de Rossi] «mi chiamò per predicare la vita et miracoli per essa beata operati»: Simone da Roma, Libro over legenda..., cit., p. 124), e per redigere poi la leggenda («Volendo io narrare di questa beata e conponere la sua legenda et vita, non me sento sufficiente per infirmità del mio picolo intelletto»: ibid.), che fu autenticata da un notaio, Candido quondam Girolamo da Udine, e presentata per l’approvazione alle autorità provinciali dell’Ordine.
La leggenda, dopo il prologo, è suddivisa in quindici capitoli. I primi due riguardano la stirpe di Elena e il suo ingresso nel terzo Ordine. Seguono alcuni capitoli sulle virtù e le pratiche ascetiche e devozionali della beata: la carità, la penitenza, l’astinenza, la preghiera, la devozione eucaristica, la povertà, il silenzio e l’obbedienza. Il decimo capitolo è dedicato alle tentazioni e assalti diabolici sopportati da Elena e l’undicesimo alla sua pazienza. Viene poi un capitolo sulle visioni e predizioni e un altro sui miracoli operati in vita. Gli ultimi due capitoli riguardano la morte santa e le esequie, con le prime manifestazioni miracolose post mortem della beata. La scelta del volgare, la suddivisione tematica tra virtù e segni, l’attenzione alla certificazione notarile, mostrano come Simone fosse assai consapevole sia delle esigenze giuridico-formali, sia delle finalità propagandistiche della sua biografia agiografica. Si può affermare che egli fu tra i principali artefici della fama di santità di Elena, che nei decenni immediatamente seguenti ebbe un discreto successo nell’Ordine eremitano di S. Agostino.
L’agiografia scritta da Simone, che pare anche la sua unica opera conservata, servì da fonte per alcune riscritture agiografiche, tutte composte nel XV secolo, fra le quali quelle di Giacomo da Udine, Giacomo Filippo Foresti da Bergamo, Giovanni Garzoni da Bologna.
Subito dopo l’esperienza padovana e udinese, Simone tornò nel suo convento romano, dove nel 1464 compare come priore. Il capitolo generale di Pamiers, celebrato nel 1465, dispose che a Simone dovesse spettare nuovamente il priorato, dopo un biennio riservato a Michele da Empoli. Il successore di Simone doveva essere Ambrogio Massari da Cori, futuro priore generale dell’Ordine. Simone è menzionato ancora nel novembre-dicembre del 1466, nei libri di entrata e uscita del convento di S. Agostino di Roma. Presumibilmente morì poco dopo.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Agostiniani in S. Agostino, b. 34, c. 60r, b. 178, cc. 12r, 13r, 17r, 19r, 24r, 26r, 37r; Archivio della Curia generalizia Agostiniana, S. Agostino, perg. B 31, B 37, C 9 c. 13rv; Acta capituli generalis anno 1465 Appamiis celebrati, in Analecta Augustiniana, VII (1917-1918), p. 116; G. Brotto - G. Zonta, La facoltà teologica dell’Università di Padova, I, Padova 1922, p. 249; D.A. Perini, Bibliografia augustiniana, III, Firenze 1935, p. 135; Simone da Roma, Libro over legenda della beata Helena da Udene, a cura di A. Tilatti, Tavagnacco 1988, pp. 121-180 (ai manoscritti utilizzati per l’edizione va aggiunto Biblioteca apostolica Vaticana, Ross. 48, della seconda metà del XV secolo); Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 1451 ad annum 1460, a cura di M.P. Ghezzo, Padova 1990, p. 174, nn. 570 s.; Iuliani de Salem O.S.A Registrum generalatus 1451-1459, a cura di D. Gionta, Romae 1994, n. 669, pp. 245 s.; P. Sist, Elena Valentinis da Udine (1396-1458). Le agiografie di una beata agostiniana, in Analecta Augustiniana, LXVI (2003), pp. 91-176.
A. Knowles Frazier, Possible Lives. Authors and Saints in Renaissance Italy, New York-Chichester 2005, pp. 231-233, 240, 244, 246 s., 250; A. Tilatti, Simone da Roma, agostiniano, agiografo, in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei Friulani, II, L’età veneta, a cura di C. Scalon - C. Griggio - U. Rozzo, Udine 2009, pp. 2348 s.