BEAUVOIR, Simone de
(App.III, I, p. 213)
Scrittrice francese, morta a Parigi il 14 aprile 1986. Nella messa a fuoco dei diritti e della dignità della condizione femminile la de B. non ha mai abbandonato la lucida visione razionale che l'ha portata a un profondo e, per certi aspetti, spietato esame della sua vita e dell'ambiente borghese in cui è nata, dai cui valori cercherà di prendere le distanze fino alla fine.
Proprio per questo continuo punto di riferimento, non sempre esplicito ma sempre presente, l'opera della de B., come quella di J.-P. Sartre, appare oggi un po' datata. Tout compte fait (1972; trad. it., 1978) chiude la trilogia delle sue memorie (La force de l'âge, 1960, trad. it., 1961; La force des choses, 1963, trad. it., 1966), ed è il più intenso dei tre volumi, cronologicamente impostato sull'età più difficile, la vecchiaia, e strutturalmente più ricco perché segue un percorso casuale, sorretto dalla consapevolezza della de B. che nessun avvenimento dopo il 1962, pubblico o privato, ha inciso sulla sua personalità, modificandola. Il suo impegno politico non viene meno (Djamila Boupacha, 1962, feroce requisitoria sulle responsabilità francesi nella guerra d'Algeria), anche se l'ineluttabilità della storia, così come quella del tempo che scorre e della morte, porta con sé il fallimento di ogni esistenza. Non c'è comunque pessimismo, come nell'opera di Sartre; anzi, il suo forte impegno a favore della condizione della donna si arricchisce di nuove prese di posizione (La femme rompue, 1968; trad. it., 1972). Vanno ricordati ancora: Une mort très douce, 1964 (trad. it., 1966), che la vede spettatrice della morte della madre; Les belles images, 1966 (trad. it., 1968), La vieillesse, 1970 (trad. it., 1971), che avrebbe potuto costituire con Le deuxième sexe un dittico coraggioso se non si rivelasse poco originale; un lungo film intervista (Simone de Beauvoir, 1979) che ripercorre lo svolgimento cronologico delle memorie, e La Cérémonie des adieux, 1981 (trad. it., 1983), dedicato a Sartre, morto da poco, che sollevò non poche critiche per la spietata crudezza del racconto degli ultimi anni della vita del filosofo esistenzialista, ormai completamente cieco.
Da ricordare il lungo impegno nella rivista Les Temps Modernes e i resoconti di molti viaggi che l'hanno vista ancora una volta lucida e critica testimone dei tanti problemi dell'età moderna (L'Amérique au jour le jour, 1948, trad. it., 1955; La longue marche, 1957).
Bibl.: C. Francis, F. Contier, Les écrits de S. de Beauvoir, Parigi 1979; L. B. Zephir, Le néo-féminisme de S. de Beauvoir trente ans après ''Le deuxième sexe'', ivi 1982; M. T. Giaveri, S. de Beauvoir, in Letteratura francese. I contemporanei, iii, Roma 1987, pp. 201-18; G. Violato, S. de Beauvoir o l'impresa di vivere, in La letteratura francese. Il Novecento, Milano 1987, pp. 559-66.