BERTI, Simone di Bartolomeo
Nativo di Firenze, deve aver vestito l'abito domenicano nel convento di S. Marco, giovane di una ventina d'anni, verso il 1450, sotto il priorato di fra' Giuliano Lapaccini. Il 20 dic. 1455 ricevette il suddiaconato dalle mani di s. Antonino, quindi, probabilmente l'anno seguente, fu ordinato sacerdote. Nel 1463 era priore a Palermo e comprò una copia della "Legenda S. Catharinae senensis", che oggi si trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze colla segnatura 1.7.27. Probabilmente si trovava già in detta città come lettore in teologia, perché per conseguire il magistero, che gli venne conferito il 2 ag. 1474, doveva avere insegnato per circa un decennio. La promozione, però, gli fu riconosciuta solo nel 1478.
Il 7 sett. 1475 era priore del convento di S. Maria sopra Minerva di Roma, e il 27 agosto del seguente anno il maestro generale dell'Ordine lo istituiva vicario generale dei frati riformati della provincia romana. Il 27 giugno 1477 lo stesso generale sottoponeva alla sua autorità il convento di S. Domenico di Fiesole, distaccandolo dalla congregazione lombarda. Riunito il convento di S. Marco di Firenze alla congregazione lombarda intorno agli anni 1482-1484, dopo che per qualche tempo ne era stato distaccato per essere unito a quella di Tuscia (circa 1475), il B, chiese ed ottenne di passare al convento di S. Maria Novella, non essendogli confacenti, come nota il Necrologio, i costumi dei frati lombardi. Ciò gli permetteva inoltre di conseguire il magistero, cosa non ammessa dai frati riformati di S. Marco. Solamente nel 1484 il capitolo generale di Roma emise il decreto secondo il quale il B. era trasfiliato al convento di S. Maria Novella, e il 26 ottobre dello stesso anno egli ebbe le insegne dottorali nello Studio fiorentino.
Nell'agosto del 1487 fu eletto priore di S. Maria Novella, che governò per un solo anno. Grande apostolo in Italia della devozione mariana detta Rosario, venne autorizzato dal maestro generale fra' Gioacchino Turriani, il 10 marzo 1489, ad istituire dovunque la società o confraternita del Rosario, delegando anche altri in suo luogo.
Affetto da sordità negli ultimi anni della sua vita, morì nel convento di S. Romano a Lucca il 15 sett. 1491.
L'attività che maggiormente occupò la vita del B. fu la predicazione, alla quale si dové dedicare fino dai primi anni dell'insegnamento: svolse la sua opera in molte chiese di Firenze, e, particolarmente, in quelle di S. Maria Novella e di S. Maria del Fiore con "grandissimo concorso di popolo", a Bologna, a Roma, a Venezia, a Pisa ed a Volterra "con grande onore dell'Ordine, ed in molte altre città e luoghi, seguito con grande attenzione e lode; era, infatti, di dolce parola e di affabile conversazione".
Il Cerracchini attribuisce al B. le seguenti opere: Compendium dogmatum physicorum et philosophorum; Caso di un ricco e crudelissimo villano; Postille al Burchiello. I suoi sermoni erano conservati in due codici manoscritti nella Biblioteca di S. Marco: il primo è ora nella Bibl. Laurenziana di Firenze, S. Marco n. 916: Incipit Diversorium Magistri Simonis de Bertis, Ordinis Praedicatorum; il secondo si trova nella Bibl. Nazion. di Firenze, Conv. Soppr. I. IV. 10, e contiene sessantuno sermoni. Fatto scrivere nel 1506 da fra' Roberto degli Ubaldini da Galliano, s'intitola: Diversorium magistri Simonis de Bertis fiorentini Ordinis Praedicatorum ed ha per soggetto il problema del male e del bene sotto l'aspetto morale, cioè: De prosperitate malorum et adversitate bonorum. Appunti di alcune prediche, presi da un uditore, sono nel codice n. 1186 della Biblioteca Riccardiana di Firenze.
Nei sermoni vi sono frequenti citazioni dantesche (nel fol. 65v sono riportate nove terzine dal canto XIX del Purgatorio a proposito dell'avarizia), ed anche citazioni di poesie popolari. Secondo un cronista di S. Maria Novella, fra' Modesto, furono tradotti in italiano da fra' Vincenzo de' Biliotti del convento di S. Domenico di Perugia, in due copie, ora smarrite.
Fonti e Bibl.: S. Orlandi, Necrologio di S. Maria Novella, Firenze 1955, I, n. 720, p. 194, II, pp. 324-329, 608; L. G. Cerracchini, Fasti teologali ovvero notizie istoriche del collegio dei Teologi della sacra università fiorentina, Firenze 1738, pp. 192 s.; J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, I, Lutetiae Paris 1719, pp. 828, 875; R. Creytens, Santi Schiattesi O. P. disciple de S. Antonin de Florence, in Archiv. Fratrum Praed., XXVII(1957), pp. 231 s.; ibid., XXXVI(1966), p. 55; S. Oriandi, S. Antonino. Studi bio-bibliografici, II, Firenze 1960, pp. 336 s.