GATTO (Gatti, Gattus), Simone (Simon, Simeone)
Nato a Venezia tra il 1540 e il 1550 si dedicò giovanissimo allo studio della musica rivelando in breve tempo ottime qualità di trombonista e compositore.
Dal 3 maggio 1565 al 17 febbr. 1566 figura come strumentista nella cappella del duomo di Padova, ove si conquistò il soprannome di "Symonis a Trombone", appellativo attribuitogli per l'impiego eccezionale dello strumento in tale luogo.
In seguito, dopo un breve soggiorno nella città natale, si recò a Monaco alla corte di Alberto V, dove dal 1568 fu impegnato come trombonista. Nel centro bavarese il G. collaborò presumibilmente anche alla stesura della commedia di Massimo Trojano La cortigiana innamorata, rappresentata con musica di Orlando di Lasso in occasione della nozze dell'erede Guglielmo con Renata di Lorena (22 febbr. 1568).
È assai probabile che proprio a Orlando di Lasso si debba la presenza a Monaco del G., considerando il ruolo determinante di Orlando nell'ampliamento della cappella di corte con musicisti di origine italiana (M. Troiano, O. Romano, Gioseffo e Francesco Guami, F. Cornazzani e G.B. Marzolino).
In questi anni testimonianza dell'opera del G. è contenuta nell'antologia di M. Troiano Musica de' virtuosi della florida cappella dell'illustrissimo et eccellentissimo s. duca di Baviera, libro primo a 5 voci, pubblicata a Venezia da G. Scotto nel 1569.
Alla corte bavarese il G. rimase sino al 1571, anno in cui, dopo un breve soggiorno nella città natale, si trasferì definitivamente a Graz. Qui trovò ottime accoglienze: la musica italiana dominava alla corte dell'arciduca dell'Austria Interiore Carlo II d'Asburgo che fin dal 1564 aveva accolto numerosi artisti provenienti dalla penisola. Ad Annibale Padovano, ivi trasferitosi nel 1565, si deve l'ampliamento della cappella con esponenti della scuola veneziana, tra i quali, presumibilmente, lo stesso Gatto.
Anche quest'ultimo, da parte sua, nei frequenti viaggi in Italia, si occupò di provvedere, su ordine di Carlo II, a musicisti e strumenti per la corte di Graz: a lui si deve la presenza nel centro austriaco di numerosi cantori di fama quali Filippo della Croce, Giovanni Battista Galeno, Vincenzo Catto e Agostino Vicentino.
Una testimonianza degli intensi contatti del G. con la città lagunare è rappresentata dalla raccolta Missae tres, quinis et senis vocibus decantandae libro I, pubblicata a Venezia dall'editore A. Gardano nel 1579.
Frattanto nel 1577 aveva ottenuto a Graz il titolo di "Obrister musicus" e dal 1° ag. 1581 subentrò ad Annibale Padovano nelle mansioni di maestro di cappella, carica rimasta vacante dalla morte di quest'ultimo (avvenuta 6 anni prima, nel 1575) e che il G. ricoprì con uno stipendio mensile di 25 fiorini.
Dopo la morte di Carlo II (nel 1590) gli fu affidata la custodia e la conservazione degli strumenti dell'orchestra di corte fino all'ascesa al trono dell'arciduca Ferdinando, allora minorenne. Il G. non ebbe modo di assumere la carica di maestro di cappella del futuro regnante poiché morì a Graz il 27 maggio 1594. Gli succedette il 1° febbr. 1595 Pietro Antonio Bianchi.
Apprezzato come trombonista e compositore, il G. legò il suo nome all'attività svolta presso la corte di Graz, dove, sul finire del XVI sec., proseguì quel processo di italianizzazione della cappella musicale già avviato dal suo predecessore Annibale Padovano.
Testimonianza della sua opera è affidata in massima parte alla produzione di musica sacra, ove alternò allo stile tradizionale moduli espressivi più moderni, riconducibili alle coeve esperienze policorali della scuola veneziana (a detta del Federhofer l'ambivalenza nella scelta delle soluzioni non sarebbe indice di un'evoluzione artistica, ma frutto di un'attenta interpretazione testuale).
Concepita in uno stile più arcaico, la prima opera nota del G., la già citata raccolta veneziana del 1579 (conservata presso la Staatsbibliothek di Berlino), non si distacca da una scrittura contrappuntistica di derivazione fiamminga. Delle tre messe ivi incluse (Scarco di doglia, a 5 voci, Hodie Christus natus est, a 5 voci, e Dont vient cela, a 6 voci) la prima utilizza la tecnica della parodia: ispirata all'omonima messa di O. di Lasso, la composizione si rifà al noto madrigale Scarco di doglia di C. de Rore, dal quale lo stesso Lasso aveva tratto spunto per la sua opera.
Più curata nella scelta delle sonorità la messa manoscritta per 2 cori a 8 voci Andrà la nave mia (conservata nella Bibl. dell'Università di Graz), ove il G. mostra la propria familiarità con le nuove soluzioni espressive maturate in ambito veneziano.
Della sua produzione sacra si ricorda ancora, tra le opere edite, la raccolta Moctectorum IV, V, VI, VII, VIII, X e XII vocibus Simonis Gatti ... (Venezia 1604; ora alla British Library di Londra, contiene 13 mottetti a 5-12 voci e un dialogo a 12 voci), oltre ai manoscritti dei seguenti lavori: 11 litanie a 4-6 voci (ove adottò la tecnica del falsobordone); 4 messe (delle quali due a 5 voci, Stabunt iusti, e Aller mi fault, una a 6 voci, Veni Domine et noli tardare, e una a 15 voci); il mottetto Obsecro vos fratres, a 8 voci (incluso in una raccolta di autori vari conservata presso la Biblioteca reale di Uppsala); 4 Magnificat (Alma se stata fossi, a 7 voci; Asperges me, a 5 voci; Domine Dominus noster, a 6 voci; Magnificat primi toni, a 5 voci) dei quali il primo, a detta del Federhofer, ispirato a un dialogo di B. Spontone.
Della sua produzione profana si è conservato solamente il madrigale Perché lontana da fallaci, inserito nella già citata raccolta del Troiano; la sua attività di trombonista ci induce a pensare che dovette anche essere autore di musica strumentale, sebbene nulla ci sia giunto a riguardo.
Fonti e Bibl.: J. Hey, S. G., in Aus dem Musikleben der Steirerlandes, Graz 1924, pp. 27-33; A. Davidsson, Catalogue critique et descriptif des imprimés de musique des XVIe et XVIIe siècles conservés à la Bibliothèque de l'Université Royale d'Uppsala, III, Uppsala 1951, p. 105; H. Federhofer, Musikpflege und Musiker am Grazer Habsburgerhof der Erzherzöge Karl und Ferdinand von Innerösterreich (1564-1619), Mainz 1967, pp. 9 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, p. 174; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 603, e Suppl., p. 338; F. Michel, Encyclopédie de la musique, II, Paris 1959, p. 235; Encicl. della musica Ricordi, III, p. 96; O. Thompson, International Cyclopedia of Music and Musicians, New York 1964, p. 775; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 1459-1462; Répertoire intern. des sources musicales, III, p. 164; M. Honegger, Dict. de la musique, I, Paris 1986, p. 453; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, pp. 186 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 134.