simpatia
Sentimento di inclinazione e attrazione istintiva verso persone, cose e idee.
Gli illuministi intesero il temine come capacità di comprendere e di essere solidali con i sentimenti altrui. F. Hutcheson (1694-1746) individuò i concetti basilari delle relazioni umane nell’utilità, che guida le azioni delle persone, nella benevolenza, e appunto nella simpatia. Quest’ultima è posta da D. Hume (1711-1776) a fondamento dei rapporti umani. Secondo A. Smith (➔), la s. è la condizione per la sopravvivenza stessa della società; grazie a essa l’individuo valuta infatti le proprie azioni attraverso il giudizio degli altri e le considera come se fosse uno ‘spettatore imparziale’, esprimendo il giudizio che gli altri presumibilmente darebbero. Non vi è però contrasto fra la s., che porta alla benevolenza verso gli altri, e l’interesse per sé (self-interest), che è la migliore guida per l’azione individuale. Anche la benevolenza, in quanto desiderio di non essere condannati dagli altri, si risolve in definitiva in un atto di interesse per sé. Tuttavia questi due impulsi dell’agire umano rimangono indipendenti e autonomi; è l’armonia predisposta nella natura che li porta a coincidere. Ciascuno persegue giustamente il proprio interesse (senza ledere quello altrui) e realizza indirettamente l’interesse generale; per Smith, la logica individuale del profitto e quella dello sviluppo della società tendono a collimare a priori.