simulazione incarnata
simulazióne incarnata locuz. sost. f. ‒ Teoria della simulazione (embodied simulation) fondata sulla scoperta, avvenuta nel corso degli anni Novanta del 20o sec., di neuroni di tipo particolare (neuroni specchio) localizzati nelle regioni parieto-motorie del cervello, nell’area di Broca e in larga parte della corteccia premotoria e del lobo parietale inferiore. L’osservazione di azioni o comportamenti prodotti da individui conspecifici induce nel cervello dell’osservatore l’attivazione dei medesimi circuiti nervosi deputati a controllarne l’esecuzione, producendo una simulazione automatica definita simulazione incarnata. Ciò avviene grazie alla presenza di reti neuronali che si costituiscono nel corso della relazione con il mondo esterno. Percepire un’azione non semplicemente come una sequenza di movimenti equivale a ‘simularla’ internamente, ossia ad attivare il suo programma motorio pur in assenza dell’esecuzione fattuale di quella stessa azione. Ciò consente all’osservatore di utilizzare le proprie risorse neurali per penetrare il mondo dell’altro ‘dall’interno’, mediante un meccanismo automatico e prelinguistico di simulazione motoria. La s. i. in tal senso rende possibile una nuova concezione del sistema motorio, aprendo inoltre la via all’indagine neurofisiologica di campi prima riservati alle discipline umanistiche, fino ad arrivare alla proposta di una . La teoria della s. i. induce a rivedere il classico schema della teoria della simulazione (simulation theory) e della lettura della mente di altri o mindreading, alla luce delle componenti neurologiche della simulazione stessa e avvia inoltre riflessioni sui vantaggi che essa può aver presentato ai fini dell'evoluzione biologica. La s. i. induce inoltre a rivedere i classici modelli computazionali del cervello e della mente, prendendo in conto oltre alle stimolazioni culturali e ambientali in grado di interagire con i processi mentali, le nuove conoscenze sulle reti neuronali, anche artificiali, nella loro relazione con le teorie dell’intelligenza artificiale, dei sistemi intelligenti, della neurorobotica e dei neurocomputer. Sulle premesse della teoria dei neuroni specchio, Vittorio Gallese e George Lakoff (2005) hanno proposto inoltre una teoria della realizzazione neurale dei concetti che porta con sé una teoria della comprensione del linguaggio. I concetti (o almeno i concetti di azioni, per es. afferrare) sarebbero realizzati nel sistema sensomotorio: ciascuna caratteristica di un concetto d’azione (agente, oggetto, condizione iniziale, ecc.) sarebbe realizzata dallo stato di attivazione di un gruppo di neuroni.