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SIN

di Giuseppe FURLANI - Enciclopedia Italiana (1936)
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SIN

Giuseppe FURLANI

Dio della Luna nel pantheon sumero, babilonese e assiro. di origine sumera e portava il nome sumero di En-zu, che vorrebbe dire "signore della sapienza" o "signore sapiente", perché considerato divinità della sapienza. Famosa quale sede principale della sua adorazione era la città di Ur, in lingua babilonese Uru, nella Babilonia meridionale. Nella Mesopotamia la città principale del suo culto era Kharrānu, più tardi chiamata Ḥarrān, dove l'adorazione degli astri si mantenne fino nel Medioevo. Sin era il primo dio della triade astrale, che aveva per seconda e terza divinità Shamash e Ishtar.

La figura del dio della Luna sumero, babilonese e assiro ebbe una vasta area di espansione e ricorre presso alcuni popoli dell'Asia occidentale antica che ebbero stretti rapporti di civiltà con la Mesopotamia. Con ciò non si vuole affermare che questi popoli abbiano appreso l'adorazione della Luna dalle nazioni mesopotamiche, ma soltanto che la forma speciale e l'adorazione di questo dio mesopotamico si diffusero anche presso altri popoli. S. era venerato anche nell'Elam. Dalla Mesopotamia i Mitanni, gli Hurriti e gli Hittiti appresero ad adorare anche S. babilonese e assiro. Lo stesso è da dire degli antichi Cananei ossia degli abitanti preebraici della Palestina e della Siria. Taluni nomi geografici di questi paesi attesterebbero, secondo alcuni, l'adorazione del dio S. Questa figura divina penetrò però anche in Arabia, dove fu adorata tanto nella parte settentrionale quanto in quella meridionale della penisola. Una certa adorazione prestano alla Luna anche gli Yezidi; il nome però del loro Sheikh Sin non ha nulla a che fare col dio babilonese S., ma è una corruzione curda del nome arabo Ḥasan.

Bibl.: G. Furlani, La religione babilonese e assira, I, Bologna 1928, pp. 153-62, e le note; id., Sui Yezidi, in Riv. d. studi orientali, XIII, p. 105.

Vedi anche
Shamash Dio babilonese e assiro del Sole. Subentra nel pantheon mesopotamico al sumerico Utu e costituisce, insieme al dio lunare Sin e alla dea del pianeta Venere Ishtar, la suprema triade astrale delle genti semitiche. Era anche considerato dio della giustizia. Le sedi principali del culto erano Sippar e ... Nabonèdo Nabonèdo (o Nabonido; babilonese Nabū-nā'id "Nabū è eccelso"). - Ultimo re dell'impero neobabilonese (555-538 a. C.). Salito al trono a seguito di una rivoluzione, condusse una spedizione militare in Palestina per rafforzare i confini dell'impero e organizzò un'alleanza con la Lidia e l'Egitto per bilanciare ... Assur (assiro Ashshū′r) Nome del dio eponimo e supremo del pantheon degli Assiri (mai adorato in Babilonia). Rappresentato nell’età più antica con un alto copricapo, un cerchio nella sinistra e un’arma a forma di roncola nella destra, in monumenti più tardi assume l’aspetto di un disco alato terminante in ... Ḥarrān Ḥarrān (gr. Κάρραι; lat. Carrae o Carhae; italianizz. Carre) Antica città della Mesopotamia. Compare nelle fonti accadiche come Kharrānu («via») e nell’Antico Testamento come Ḥarān. Se ne hanno notizie fin dagli inizi del 2° millennio a.C. Nel 14° sec. apparteneva al regno dei Mitanni; quindi passò ...
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Altri risultati per SIN
  • Sīn
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    Sīn Antica divinità lunare, presente nei testi mesopotamici fin dal 3° millennio a.C. e in quelli sudarabici (Hadramaut) dal 1°. Veniva raffigurato quale vegliardo barbuto, seduto in trono; lo si riteneva molto saggio e come figli gli si attribuivano il Sole (➔ Shamash) e Ishtar, insieme ai quali formava ...
Vocabolario
sin-
sin- [dal gr. σύν «con, insieme»; lat. scient. syn-]. – Prefisso di parole composte derivate dal greco o formate modernamente, che indica unione, connessione, coesione, completamento, complessità, contemporaneità. Analogamente a quanto...
sin
sin [abbrev. del lat. scient. sinus «seno»]. – In matematica, altro simbolo, oltre a sen, della funzione trigonometrica seno (v. seno2).
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