singulare
Ha il valore di " singolo ", in Cv III XI 7, e IV XII 9 le singulari persone; XX 5 'l divino seme non cade in ischiatta, cioè in istirpe, ma cade ne le singulari persone, e, sì come di sotto si proverà, la stirpe non fa le singulari persone nobili, ma le singulari persone fanno nobile la stirpe.
Con il significato di " unico ", il termine si trova anche, in sostituzione dell'eccellente della '21, in integrazione nell'ediz. Busnelli-Vandelli: per lo 'ngegno [singulare] e quasi divino che la natura in Aristotile messo avea (Cv IV VI 15; cfr. Cic. Divin. I XXV 53 " singulare vir ingenio... et paene divino ", riferito pure ad Aristotele).
Il termine ricorre due volte nella Commedia (Pg VIII 67 Per quel singular grado / che tu dei a colui che sì nasconde / lo suo primo perché, e XXXIII 65 per singular cagione), in entrambi i casi col valore di " speciale ", " particolare ".
Così anche nel Convivio: III VII 6 E avvegna che posti siano qui quadri generali, nondimeno si possono porre gradi singulari; IV XXVII 10 questa singulare vertù, cioè giustizia.