sinistra diffusa
loc. s.le f. Schieramento ideologico che non si riconosce nei partiti e nei movimenti del centrosinistra, difendendo le posizioni della sinistra tradizionale.
• Passi la rivendicazione dell’odio di classe. Ma sui ragazzi di Tienanmen «innamorati della Coca-Cola» persino gli alleati, i suoi alleati, hanno avuto un sussulto. E così il poeta Edoardo Sanguineti, candidato della «sinistra diffusa» alle primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco di Genova, dopo aver fatto questa dichiarazione su La7, ieri ha dovuto affrontare anche i mugugni dei partiti che lo sostengono. (Angela Frenda, Corriere della sera, 23 gennaio 2007, p. 14, Politica) • «Una verifica pubblica nella sinistra diffusa che vada oltre i partiti per costruire un percorso e vincere le elezioni comunali a Roma». È la proposta di Gianluca Peciola, ex capogruppo capitolino di Sel. (Corriere della sera, 3 gennaio 2016, Cronaca di Roma, p. 2) • favorevoli e contrari si dividono la platea in due metà, ma di genere diverso, l’una galvanizzata da un centro destra agguerrito, con una claque di esponenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia (fra cui il capogruppo regionale Giovanni Donzelli), di associazioni di area e di ultras cattolici, l’altra da una sinistra diffusa, fatta di società civile più che di apparati, a conferma della natura di un territorio che non sembra voler rinunciare alle sue tradizioni politiche. (Maria Cristina Carratù, Repubblica, 1° febbraio 2018, Roma, p. VII).
- Composto dal s. f. sinistra e dal p. pass. e agg. diffuso.
- Già attestato nella Repubblica del 28 giugno 1987, p. 2 (Mino Fuccillo).