SINKIANG
(Xinjiang; XXXI, p. 850; App. II, I, p. 1191; III, II, p. 750)
La popolazione della regione autonoma, valutata in 15.155.778 ab. al censimento del 1990, è quasi triplicata rispetto al censimento del 1957. Alla base di questo straordinario dinamismo demografico stanno non tanto il miglioramento del livello di vita e delle condizioni igienico-sanitarie delle minoranze etniche tradizionali, quanto il massiccio afflusso di immigrati han: i cinesi sono saliti da 300.000 (6% del totale) nei primi anni Cinquanta a 5,3 milioni (41%) nel 1982. La colonizzazione del S. da parte della Repubblica Popolare Cinese, motivata dalla duplice esigenza di acquisire il controllo strategico di questa regione di frontiera e di valorizzarne le potenzialità agricole e minerarie, ha privilegiato il bacino della Zungaria, che già intorno alla metà degli anni Cinquanta appariva destinato a un notevole sviluppo industriale e minerario, basato sui campi petroliferi di Karamai e la raffineria di Dushanzi. Un ruolo strategico nel processo di colonizzazione è stato assunto dalla città di Ürümqi che, da piccolo centro di mercato uygur, è diventata, soprattutto con l'impetuosa crescita degli anni Cinquanta e Ottanta, un agglomerato industriale di oltre un milione di ab., per il 90% han, nettamente distanziata dagli altri centri regionali. Lo sviluppo di Ürümqi, che è sede di un kombinat siderurgico, di fabbriche di camion e di trattori, nonché di industrie tessili e alimentari, ha tratto grande impulso dalla costruzione della ferrovia proveniente da Lanzhou (1963), collegamento che ha costituito il cordone ombelicale tra la regione e la Cina propria, con funzione decisiva ai fini dello sviluppo industriale e della colonizzazione. Rilevanti progressi sono stati compiuti nel settore agricolo: se nel 1950 la regione aveva una superficie agricola di 1,2 milioni di ha, di cui 1 milione irrigati, nel 1981 questa ammontava a 3,2 milioni di ha, di cui 2,6 irrigati. La colonizzazione agricola ha dato i risultati migliori nel bacino della Zungaria, dove si coltivano cereali, frutta, legumi e anche cotone, a causa delle più favorevoli condizioni ambientali e della scarsa occupazione agricola precedente. Invece nella parte meridionale della regione (bacino del Tarim) il processo è stato assai più difficile, sia per le condizioni ambientali più ingrate sia, soprattutto, per il fatto che i siti migliori erano stati già da secoli messi a coltura. In complesso la produttività agricola pro capite è balzata ai vertici nazionali (230% della media nazionale nel 1987). Nel sistema delle vie di comunicazione un'importanza decisiva hanno assunto i collegamenti aerei, attraverso i quali passano le correnti della modernizzazione e del crescente turismo internazionale.