sintonia
sintonìa [Der. del gr. syntonía "accordo di suoni", comp. di sy´n "insieme" e tónos "suono"] [LSF] Con rifer. a fenomeni periodici e a grandezze descrittive di essi, uguaglianza di frequenza (anche di periodo e di pulsazione), sinon. di sincronismo; in partic., un sistema oscillante è in s. con un altro sistema in oscillazione quando la sua frequenza è regolata sulla stessa frequenza di quello. ◆ [ELT] S. elettronica, o digitale: il sistema di s. di cui dispongono tutti i radioricevitori professionali attuali e anche quelli non professionali ma di qualità; il cuore del sistema è un sintetizzatore di frequenza PLL (→ sintetizzatore) costituente l'oscillatore locale supereterodina, dal segnale del quale si derivano le tensioni per variare l'accordo dei circuiti oscillanti degli stadi amplificatori a radiofrequenza (tramite varicap) e, eventualmente, il segnale per controllare conversioni di frequenza oltre la prima; la frequenza di s. è indicata da un display numerico. ◆ [ELT] S. unica: v. oltre: Comando di sintonia. ◆ [ELT] Comando di s.: nella radiotecnica, per un radioricevitore, è quello mediante il quale si varia la frequenza o la lunghezza d'onda sulla quale il ricevitore è accordato (frequenza di s., lunghezza d'onda di s.), che risulta indicata da un indice su un'apposita scala (scala di s.). Nei radioricevitori moderni già dagli anni '30 è stato realizzato il comando unico di s., o s. unica, con ciò intendendo il fatto che tutti i circuiti oscillanti a radiofrequenza variabile sono regolati contemporaneamente sulla stessa frequenza; ciò si consegue agendo su un condensatore variabile, o (assai meno spesso) un induttore variabile, a più sezioni (una sezione per ogni circuito da accordare) e con un opportuno progetto dei corrispondenti induttori, o condensatori, fissi dei vari circuiti; recentemente è stata introdotta la s. elettronica (v. sopra). ◆ [ELT] Indicatore di s.: dispositivo che serve per indicare quando un radioricevitore è sintonizzato esattamente sulla stazione ricevuta; nei ricevitori per uso domestico nel passato si usavano speciali piccoli tubi a raggi catodici (cosiddetti occhi magici) e oggi si usano LED, gli uni e gli altri comandati dal segnale d'uscita del rivelatore, che è proporzionale all'ampiezza del radiosegnale ricevuto; nei ricevitori professionali si usano piccoli voltmetri analogici che indicano la tensione del segnale rivelato.