SIONISMO (XXXI, p. 864)
L'attività politica del sionismo dopo il 1936 è costantemente legata agli avvenimenti di Palestina (v. in questa App.).
Il XX Congresso sionista (Zurigo, agosto 1937), riunitosi dopo i disordini arabi e la proposta Peel per la spartizione in due stati, autorizzò a maggioranza negoziati esplorativi. Analogamente decise l'Agenzia ebraica.
Il XXI Congresso (Ginevra, agosto 1939) si trovò di fronte ad una situazione mutata. Il governo britannico aveva ritirato la proposta Peel e progettato con il libro bianco del maggio 1939 la costituzione di uno stato arabo-ebraico entro un decennio, la limitazione dell'acquisto di terre in Palestina e la riduzione dell'immigrazione ebraica a 75.000 persone nello spazio di cinque anni. L'Agenzia prima, e poi il Congresso, condannarono solennemente queste deliberazioni.
Il governo britannico applicò nondimeno i principî del Libro bianco; alla fine dei cinque anni i 75.000 certificati non erano ancora esauriti a causa della guerra e fu decisa pertanto una quota supplementare di 1500 mensili, che venne mantenuta successivamente. Fin dall'inizio però si ebbero immigrazioni clandestine: il numero degli illegali fu sottratto dalla quota legale; si ricorse anche alla deportazione.
All'inizio della seconda Guerra mondiale le autorità sioniste offrirono al governo britannico ogni appoggio. Tra il 1939 e il 1945 il reclutamento ebraico in Palestina raggiunse 27.028 unità. Nel settembre 1944 fu costituita la brigata ebraica, che combatté sui fronti del vicino e Medio Oriente.
L'attività politica sionista continuò durante la guerra, pur restando sospesi i congressi. La conferenza mondiale sionista, riunita a Londra nell'agosto 1945, ripeté al governo britannico le richieste di libera immigrazione e di Stato ebraico. Il governo americano appoggiò la domanda di 100.000 autorizzazioni immediate per l'immigrazione. Ciò fu confermato dal Comitato anglo-americano di inchiesta (aprile 1946), che raccomandò anche l'abolizione delle restrizioni all'acquisto di terre. Il governo britannico si dichiarò solo disposto ad accettare un piano di autonomia provinciale. Dopo il fallimento di una conferenza a Londra (1946-47), il XXII Congresso sionista (Basilea, dicembre 1946) condannò il piano britannico. La questione fu deferita alle N.U. Contemporaneamente s'intensificava in Palestina l'immigrazione clandestina, con susseguenti deportazioni, e l'attività terroristica di gruppi illegali (v. irgun zwai leumi, in questa App.). La decisione delle N.U. (29 novembre 1947) per la cessazione del mandato britannico in Palestina e la costituzione degli stati arabo ed ebraico è stata accolta con favore dai Sionisti.
Dal punto di vista organizzativo, il sionismo si è maggiormente rafforzato tra gli Ebrei in seguito alla persecuzione. Secondo i dati ufficiali dell'Agenzia ebraica, esistevano nel 1939 organizzazioni sioniste in 51 stati; durante la guerra si ridussero a 25; dopo la guerra sono salite a 59. I gruppi interni delle organizzazioni sono rimasti approssimativamente gli stessi. Esistono nel mondo 33 periodici sionisti. Prosegue intensa la raccolta di fondi per l'acquisto di terre e l'organizzazione di colonie.
Bibl.: Hanhālat ha-histadrūt ha-ṣiyōnīt wĕ-hanhālat ha-sōknūt ha-yĕhūdīt lĕ-'ereṣ yisrā'ēl, Dīn wĕ-ḥesbōn al ha-pĕ ‛ūlōt ba-shānīm 5700-5706 (annuario del movimento sionista: 1939-40-1945-46), Gerusalemme 1947; I. Cohen, Le mouvement sioniste, Parigi 1946 (dall'inglese). Bibl. periodica: Palestine and Zionism, I, (1946), segg., di Zionist Archives and Library di New York.