LYNDSAY, Sir David
Poeta scozzese, figlio di David Lyndsay of the Mount (Fife) e Garmylton, nato in una di queste terre circa il 1490, e morto intorno al 1555. Quasi certamente studiò all'università di Aberdeen tra il 1505 e il 1508; ebbe varî impieghi alla corte di Giacomo V di Scozia, tra cui quello altissimo di Lyon King of Arms, e varî incarichi diplomatici nei Paesi Bassi, in Francia, in Danimarca; ebbe un seggio al parlamento come commissario per Cupar-Fife. Nel 1522 sposò Janet Douglas, pure impiegata al servizio di corte.
Esordì tardi come scrittore; della fine del 1528 è The Dreme, ove il L., nei vecchi schemi della visione oltramondana medievale, versa il nuovo spirito della Riforma: il poeta incontra nell'inferno papi, imperatori, re, cardinali, ecc. i puniti per l'ambizione che li distolse dall'aiutare i poveri: scopo ultimo del poema è la considerazione delle piaghe della Scozia e un'esortazione al re. Nel 1540 fece rappresentare a Linlithgow dinanzi al re la sua "morality", Satyre of the Thrie Estaitis, ove i tre stati, nobiltà, clero, mercanti, sono censurati senza pietà; efficace soprattutto la figura di Pauper oppresso dai preti, e notevoli gl'intermezzi comici rozzi e robusti. Nel Dialog betwix Experience and ane Courteour of the Miserabyll Estait ol the World, prima edizione o versione di The Monarchie (1552), il L. traccia la storia universale derivando ammonimenti dalla caduta dei principi a causa della corruzione: è una parafrasi in 6333 versi ottosillabici di una predica di John Knox. Altri poemi satirici più brevi sono The Testament and Complaynt of the Papynago (cioè del pappagallo, 1530), Justing betwix James Watsoun and Jhone Barbour, The Supplicatioun in contemptioun of syde taillies (sugli strascichi femminili), Descriptioun of Pedder Coffeis (quadretto popolare di costume).
L. illustra lo spirito scozzese del Rinascimento, non certo per l'arte (ché piuttosto che poeta egli è un verseggiatore didattico), bensì per l'atteggiamento religioso e morale; la sua vena satirica poté liberamente sfogarsi grazie alla veste spesso farsesca e licenziosa. Stimolò l'uso del volgare non solo per la poesia, ma anche per la chiesa e per il foro. I suoi volumi figurarono a lungo nelle biblioteche private di Scozia, ove, a indicar cosa che non val la pena di sapere, si disse proverbialmente: "You will not find that in David Lyndsay".
Completa ediz. delle opere a cura di D. Laing, Edimburgo 1879, voll. 3, con bibliografia. Alcune opere furono pubblicate anche dalla Early English Texts Society (1865 segg.).