Etnologo (Glasgow 1854 - Cambridge 1941). Delle sue numerose e vaste opere soprattutto di etnologia religiosa, vanno ricordati i volumi riuniti sotto il titolo The golden bough; a study in magic and religion (1a ed., 2 voll., 1890; 3a ed., 12 voll., 1907-15; trad. it. di L. De Bosis, in base a un compendio pubblicato dall'autore nel 1922: Il ramo d'oro, 3 voll., 1925; 5a ed., 1 vol., introd. di M. Douglas, 1990); i quattro volumi di Totemism and exogamy (1910); i tre di The belief in immortality (1913); Folklore in the Old Testament (1918) e i commenti comparativi ai Fasti di Ovidio e alla Periegesi della Grecia di Pausania. Il metodo di F. si fonda essenzialmente su una comparazione su larga scala. Egli muove dall'evoluzionismo e considera i fenomeni religiosi per i quali si trovino analogie in civiltà primitive come sopravvivenze di un'antica mentalità religiosa o magica. Distingue tra magia e religione, ritenendo che questa ultima sia sorta soltanto quando i singoli popoli si sono convinti della sterilità delle pratiche magiche. Sotto l'influsso di W. Mannhardt, F. attribuisce molta importanza, per le religioni primitive e per le loro sopravvivenze, alle preoccupazioni riguardanti la fertilità della terra. Più che per le sue tesi fondamentali e per il suo metodo, in gran parte superati, l'opera di F. conserva una notevole importanza per l'immenso materiale di cui si avvale e per i numerosi problemi che solleva e, in parte, risolve.