FRANKLIN, Sir John
Contrammiraglio inglese, esploratore artico. Nacque a Spilsby, nel Lincolnshire, il 16 aprile 1786. Prese servizio nel 1800 e appena quindicenne fu alla battaglia di Copenaghen. Partecipò quindi a una campagna idrografica sulle coste australiane e qui iniziò la sua preparazione scientifica. Naufragato nel 1803, poté raggiungere Canton, indi l'Inghilterra, in tempo per partecipare sul Bellerophon alla battaglia di Trafalgar. Fu poi sulle coste del Portogallo e del Brasile e rimase ferito nell'attacco a New Orleans. Sopravvenuta la pace del 1814, il F. si dedicò agli studî, sicché, quando tre anni dopo fu organizzata una prima spedizione per la ricerca del passaggio di NO. al comando del cap. Buchan, egli ne fu il secondo. Le due navi che la componevano furono costrette al ritorno dopo una penosa avanzata sino a 80° 14′ lat. N., poco a NO. delle Svalbard. Nel 1819 il F. fu designato al comando di una spedizione che doveva attraversare le terre a NO. della Baia di Hudson e raggiungere il Mare Artico, mentre il Parry avrebbe dovuto tentare di congiungersi con lui per mare, per il Lancaster Sound. La base fu posta alla York Factory della Compagnia della Baia di Hudson. Dopo due sverni nella tundra, la pattuglia raggiunse nell'estate 1821 il Rio Coppermine e lo discese, esplorando anche le coste a est della foce e coprendo complessivamente quasi 8500 km. di marcia.
Dopo una breve sosta in Inghilterra, nel 1825 il F. ritornò in quei paraggi, discese il Mackenzie e rilevò le coste dalle foci del Coppermine al 150° meridiano, accostandosi di circa 250 km. all'estremo punto raggiunto dal cap. Beechey, che contemporaneamente era mosso in senso inverso dallo Stretto di Bering. Di queste esplorazioni egli fece rapporto in due apprezzatissime pubblicazioni. Nel 1828 il F. ebbe il comando di una nave nel Mediterraneo e dal 1836 al 1843 fu governatore della Tasmania, e in ambedue le cariche ebbe occasione di rendere segnalati servigi.
Tornato nella madrepatria, gli fu offerto il comando di una nuova spedizione intesa a tentare ancora una volta il passaggio di NO. La spedizione, costituita dalle due navi Erebus e Terror, lasciò il Tamigi il 19 maggio 1845, accompagnata da una terza destinata a recare viveri e altre scorte sino alla Baia di Disco (Groenlandia). Allontanatesi di qui, le due navi furono viste per l'ultima volta da una baleniera il 26 luglio nel Mar di Baffin circa 74° 48′ lat. N. e 66° 13′ long. O. Forte delle proprie esperienze del Mare Artico Americano e di quelle del Parry (v.), del Barrow e degli altri che lo avevano preceduto nei bracci di mare a occidente della Groenlandia, il F. intendeva salire a NE. il Mar di Baffin e gli stretti di Lancaster e Barrow, e tentare una via a SO. dell'Isola di Melville, una volta doppiato il Capo Walker, circa 98° long. O., eventualmente tentando prima l'esplorazione del Canale di Wellington. Nell'assenza di notizie, nel 1847 si cominciò a organizzare una spedizione di soccorso. All'esito vano di questa seguì un'ansietà, che si fece sempre più diffusa nel pubblico inglese, poi anche in America. Numerose spedizioni furono inviate sul posto (v. artiche, regioni: Storia delle esplorazioni) specialmente per la tenace iniziativa della consorte. Dal 1848 al 1854 non meno di quindici furono codeste spedizioni, le quali indirettamente ebbero come risultato un incremento amplissimo delle conoscenze di tutto l'Arcipelago Artico Americano. Qualche traccia dei dispersi venne trovata nel 1850 da Ommanney e Penny; fu accertato che il primo sverno della spedizione F. aveva avuto luogo presso le isole Beechey. Finalmente nel 1854 il dott. Rae, con una spedizione allestita dalla Compagnia della Baia di Hudson, esplorando le coste occidentali della Boothia, raccolse il racconto di alcuni Eschimesi, secondo il quale una quarantina di bianchi sarebbero stati visti nel 1850 trascinare un battello sul ghiaccio presso le coste settentrionali dell'Isola Re Guglielmo e poi sarebbero periti di stenti a breve distanza dalle foci del Gran Fiume del Pesce. Il Rae portò prove della veridicità di questi asserti, riuscendo a ottenere dagli Eschimesi stessi alcuni oggetti indubbiamente appartenuti alla scomparsa spedizione. Il governo britannico dispose allora che l'Anderson e lo Stewart discendessero in battello il Gran Fiume del Pesce. Effettivamente costoro ritrovarono numerosi resti della spedizione presso gli Eschimesi alle foci del fiume. Ma la ricerca non poté dirsi giunta a risultati esaurienti prima del 1858 e ancora mercé l'opera della vedova F., la quale, riunendo varî aiuti privati, poté inviare sul posto il piccolo vapore Fox al comando del Mac Clintock. Partito da Aberdeen nel luglio 1857, il Fox svernò presso la costa groenlandese del Mar di Baffin, passò poi il Lancaster Sound e all'imbocco orientale del Bellot Strait dovette compiere un secondo sverno. Nella primavera del 1859 la spedizione esplorò le coste occidentali della Boothia, l'orientale dell'Isola Principe di Galles, gli stretti di Peel e di Franklin e dell'Isola Re Guglielmo. Oggetti e scheletri furono ritrovati qua e là sparsi sino alla costa NE. della Penisola Adelaide, quasi orme della tragica marcia. Il documento più prezioso è costituito dal rapporto di un ufficiale, rinvenuto il 6 maggio 1859 dal ten. Hobson alla Punta Victory, nello stesso cumulo di pietre che vi aveva innalzato il Ross, ivi giunto nel 1831. In data 28 maggio 1847 s'informava che, dopo aver risalito il canale di Wellington e costeggiato per un tratto verso O. la Terra di Cornvallis, la spedizione era ritornata sui suoi passi e aveva posto i suoi quartieri d'inverno all'Isola Beechey. Di lì, le navi dovettero muovere nell'estate successiva per gli stretti di Peel e di Franklin dacché un poscritto con la data del 25 aprile 1848, aggiungeva che il 22 l'Erebus e il Terror erano state abbandonate presso l'Isola Re Guglielmo, nel luogo dove erano rimaste imprigionate dai ghiacci sin dal 12 settembre 1846, e che 105 uomini avevano preso terra a 69° 37′ 42″ lat. N. e 98° 41′ long. O., al comando del cap. Crozier, l'ammiraglio F. essendo già morto l'11 giugno 1847. Il documento si chiude comunicando la decisione di partire alla volta del Gran Fiume del Pesce. Il Fox con il pietoso carico di resti ripartiva il 9 agosto 1859 e il 21 settembre giungeva a Portsmouth. Altri resti della spedizione F., specie scheletri umani, furono ritrovati nel 1930 nella Terra del Re Guglielmo dal maggiore canadese Burwash al ritorno da un volo nella regione del Polo magnetico.