Ustinov, Sir Peter (propr. Peter Alexander)
Attore e regista teatrale e cinematografico inglese, di origine russa, nato a Londra il 16 aprile 1921 e morto a Bursins (Svizzera) il 29 marzo 2004. Grazie a un imperioso talento comico e a una personalità vulcanica, a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta fu il golden boy del teatro inglese. Noto per l'espressione sorniona e lo sguardo astuto, al cinema offrì interpretazioni raffinate ed energiche, interpretando con notevole versatilità sia personaggi brillanti sia figure odiose e crudeli. Nel 1961 vinse un Oscar come migliore attore non protagonista per Spartacus (1960) di Stanley Kubrick e quattro anni dopo ottenne nuovamente il premio, nella stessa categoria, per Topkapi (1964) di Jules Dassin.
Figlio di immigrati russi, già nell'infanzia sentì vivo il desiderio di recitare. A Londra frequentò le scuole pubbliche e studiò recitazione presso il London Theatre Studio. Nel 1942 esordì come attore cinematografico in '… One of our aircrafts is missing' (Volo senza ritorno) di Michael Powell ed Emeric Pressburger e collaborando con Eric Ambler alla sceneggiatura di The way ahead (1944; La via della gloria) di Carol Reed. Finito il secondo conflitto mondiale (al quale prese parte tra il 1942 e il 1946) mentre proseguiva con successo nella carriera teatrale anche nelle vesti di commediografo, drammaturgo e regista, si cimentò nella regia cinematografica con School for secrets (1946). Questo fu il primo di nove film firmati da U., considerato regista di discreto e raffinato talento: da segnalare la divertente parodia shakespeariana Romanoff and Juliet (1961; Giulietta e Romanoff), tratta da una sua stessa commedia, Billy Budd (1962), da H. Melville e l'elegante Lady L (1965), con Sophia Loren e Paul Newman.
La sua figura è indissolubilmente legata al personaggio di Hercule Poirot, nella serie di film tratti da Agatha Christie che lo resero ancora più celebre, tra tutti Death on the Nile (1978; Assassinio sul Nilo) di John Guillermin. Ma si trovò spesso a suo agio anche con film in costume. Oltre al ruolo in Spartacus, va ricordata la sua presenza in altri film come come Quo vadis (1951; Quo vadis?) di Mervyn LeRoy, nell'indimenticabile caratterizzazione di Nerone, The Egyptian (1954; Sinuhe l'egiziano) di Michael Curtiz, Beau Brummell (1954; Lord Brummell) di Curtis Bernhardt, The thief of Baghdad (1978; Il ladro di Bagdad) di Clive Donner. Il merito della sua arte è proprio quello di renderlo riconoscibile in contesti assai diversi tra di loro, come dimostrano anche alcune gustose interpretazioni comiche (The last remake of Beau Geste, 1977, Io, Beau Geste e la legione straniera di Marty Feldman), malinconiche (Un taxi mauve, 1977, Un taxi color malva di Yves Boisset) o semiserie (Charlie Chan and the curse of the dragon queen, 1981, Charlie Chan e la maledizione della regina drago di Donner).Il suo inesausto attivismo lo portò a dirigere opere liriche, scrivere e interpretare recital in diversi Paesi e diverse lingue, frequentare il piccolo schermo con la consueta ironia (si veda il suo Erode per il Gesù di Nazareth, 1977, di Franco Zeffirelli), nonché a impegnarsi attivamente nell'ambito dell'UNESCO e dal 1968 come ambasciatore itinerante dell'UNICEF. Nel 2003 offrì la sua ultima notevole interpretazione per il film Luther (Luther ‒ Ribelle, genio, liberatore) diretto da Eric Till nel ruolo del principe Federico il Saggio.
Ch. Warwick, The universal Ustinov, London 1990; J. Miller, Peter Ustinov. The gift of laughter, London 2002.