Attenborough, Sir Richard (propr. Richard Samuel)
Attore teatrale e cinematografico e regista inglese, nato a Cambridge il 29 agosto 1923. Con un volto e un fisico privi di tratti particolari, A. dopo i primi ruoli di ragazzi volutamente anonimi, spesso più giovani della sua reale età, seppe successivamente farsi notare per la sobrietà e la sottigliezza nell'interpretazione, tratteggiando con intelligenza personaggi che, con il progredire della carriera e l'avanzare del tempo, si vennero facendo più interessanti e meno convenzionali. Dedicatosi a partire dal 1969 alla regia e attratto dalle biografie dei grandi uomini, nel 1983 ha ottenuto otto Oscar con Gandhi (1982), di cui uno per la regia e uno per il miglior film. Nel 1979 gli è stato conferito il titolo di Sir.Il padre, un accademico, lo incoraggiò molto presto a coltivare l'interesse per le arti, per la comunicazione e per i problemi sociali e, assertore convinto del valore espressivo del cinema, gli fece conoscere da giovanissimo i film di Charlie Chaplin. A. si iscrisse adolescente alla Royal Academy of Dramatic Art dove, ancora allievo, fu notato dall'agente statunitense A. Parker, alla ricerca di volti nuovi per il film In which we serve (1942; Gli eroi del mare), la drammatica vicenda del naufragio di un cacciatorpediniere, diretta da David Lean e Noël Coward. In teatro aveva esordito con Ah, wilderness! (1941) di E. O'Neill, per poi recitare in Twelfth night di W. Shakespeare, in Little foxes di L. Hellman e quindi interpretare nel 1943 Pinkie, il crudele assassino adolescente di Brighton Rock, riduzione teatrale dall'omonimo romanzo di G. Greene che ne mise in risalto le doti drammatiche. Dal 1943 al 1946 fu pilota dell'aviazione britannica, assegnato alla RAF Film Unit, mentre, dopo aver interpretato proprio un pilota della RAF in Journey together (1946) di John Boulting, ebbe, sempre nel 1946, una piccola parte, ancora un pilota, in A matter of life and death (Scala al Paradiso) di Michael Powell ed Emeric Pressburger. Ottenne la sua prima affermazione di rilievo con l'adattamento cinematografico di Brighton Rock (1947) sempre diretto, come quello teatrale, da Boulting, regista con il quale instaurò una collaborazione intensa e duratura che si protrasse anche nel decennio successivo. Nel 1945 aveva frattanto sposato l'attrice Sheila Sim, che recitò spesso con lui in teatro e al cinema. Sensibile alla caratterizzazione sociale e alla tipizzazione psicologica, si distinse in seguito anche nel genere della commedia: fu avvocato in Brothers in law (1957; Quattro in legge) di Roy Boulting, fratello di John, che invece lo diresse nella parte di un affarista senza scrupoli in I'm all right Jack (1959; Nudi alla meta). La sua evoluzione come uomo di spettacolo integrato nel sistema produttivo britannico lo indusse a fondare, nel 1959, con lo sceneggiatore e regista Bryan Forbes, la casa di produzione Beaver Films, poi Allied Film Makers. Divenuto ormai un beniamino del pubblico inglese, optò per una maggiore libertà nella scelta dei ruoli: gli anni Sessanta gli diedero la notorietà internazionale con film quali The great escape (1963; La grande fuga) di John Sturges e The sand Pebbles (1966; Quelli della San Pablo) di Robert Wise, per il quale ottenne il Golden Globe come migliore attore non protagonista, così come anche per il successivo Doctor Dolittle (1967; Il favoloso dottor Dolittle) di Richard Fleischer, ed egli perfezionò le sue doti espressive alternando interpretazioni di caratteri forti e spietati a quelle di personaggi deboli e sottomessi.In seguito alla lettura della biografia di L. Fisher, nel 1962 A. aveva frattanto cominciato a occuparsi del progetto di un film su Gandhi: alla costante ricerca di finanziamenti, iniziò quindi a dirigere alcuni film per il produttore Joe Levine. Dopo il debutto nella regia con Oh! what a lovely war (1969; Oh, che bella guerra!), un film dai toni antimilitaristi e antieroici tratto da un musical, fu la volta di Young Winston (1972; Gli anni dell'avventura), biografia di W. Churchill dagli anni del college al suo ingresso in Parlamento. Lo statista britannico viene qui ritratto come l'unico uomo in grado di salvare l'Europa dal flagello nazista e il film, anche a causa delle ingerenze del produttore Carl Foreman, risulta permeato da uno spirito nostalgico di stampo colonialista. Con i successivi A bridge too far (1977; Quell'ultimo ponte) e Magic (1978; Magic ‒ Magia), tratti da soggetti di origine letteraria, A. ha firmato lavori di buona fattura artigianale, pensati per arrivare immediatamente al pubblico. È però con il kolossal Gandhi, finalmente realizzato dopo una lunga preparazione, che il regista è riuscito a esprimere in maniera completa la sua idea di cinema magniloquente, legato ai grandi temi della società e della Storia. Il suo gusto per l'epopea lo ha guidato nel ricostruire, mediante un'ambientazione attenta ai dettagli e alle grandi scene di massa, eventi che hanno influenzato la vita dell'umanità. Con il ricorso a frequenti ellissi narrative ha risolto in maniera classica il problema dell'ampiezza del periodo storico e del susseguirsi degli eventi, mentre fondamentale, come anche nelle opere successive, è stato il contributo degli attori (in questo caso uno splendido Ben Kingsley), capaci di incredibili performances mimetiche e identificative con i personaggi. Emerge qui con chiarezza la concezione romantica della Storia di A., secondo la quale è la volontà del singolo a ordinare gli eventi del mondo così come nel successivo Cry for freedom (1987; Grido di libertà), in cui per raccontare la vicenda politica e umana di Biko, il capo del movimento dei Neri nella Repubblica Sudafricana, A. si è basato su due libri di D. Woods, spostando l'asse narrativo del film dalla vicenda del leader nero a quella del giornalista bianco che lo ha conosciuto e che ha continuato la lotta contro l'apartheid. Precedentemente con A chorus line (1985; Chorus line) aveva nuovamente portato sullo schermo un musical di grande successo arricchito da molti elementi della sua poetica: la minuziosità della ricostruzione, in questo caso le fasi di preparazione di uno spettacolo, la centralità dell'individuo, il regista Zack, che condiziona il destino degli altri personaggi. Piuttosto frammentario è risultato invece Chaplin (1992; Charlot), basato sull'autobiografia chapliniana e sulla celebre biografia di D. Robinson, in cui la ricerca persino esasperata del tratto realistico non ha di fatto intaccato l'aura mitica in cui risultano avvolti il personaggio e l'intera epoca del cinema muto hollywoodiano. Nei successivi Shadowlands (1993; Viaggio in Inghilterra), In love and war (1996; Amare per sempre) e Grey owl (1999; Grey owl ‒ Gufo grigio) A., pur proseguendo con l'ispirazione a vicende biografiche e l'interesse per la ricostruzione di luoghi e ambienti del passato, si è orientato sul genere intimista, ricreando, soprattutto nel primo, un'atmosfera pervasa di lieve e toccante pudore sentimentale.Come attore, dopo il ruolo del colonnello Daintry in The human factor (1979; Il fattore umano) di Otto Preminger, e un'assenza dallo schermo durata oltre dieci anni, è stato chiamato da Steven Spielberg per interpretare, rispettivamente nel 1993 e nel 1997, la parte dello scienziato John Alfred Hammond in Jurassic Park e in The lost world. Jurassic Park (Il mondo perduto ‒ Jurassic Park). Successivamente è stato tra i protagonisti del raffinato Elizabeth (1998) diretto da Shekhar Kapur.
D. Castell, Richard Attenborough, London 1984; A. Sampson, Attenborough's Biko: the political implications of "Cry freedom", in "Sight and sound", 1987-88, 1, pp. 48-50; A. Garel, Richard Attenborough, in "Revue du cinéma", 1988, 436 e 437, pp. 63-72 e pp. 47-54.