GRESHAM, Sir Thomas
Banchiere inglese, nato nel 1519, morto nel 1579. Discendente da una famiglia di banchieri, e secondo figlio di sir Richard G., Lord mayor di Londra, imparò il maneggio degli affari sotto lo zio, sir John G. (pure Lord mayor di Londra), quindi aiutò il padre. Fatto King's merchant ("mercante del re"), cioè agente finanziario della Corona ad Anversa (1552), fece aumentare il cambio della sterlina del 37,5% e procurò un prestito in Spagna (1554). Edoardo VI e Maria lo ricompensarono con concessioni di terreni a Norfolk, ed egli divenne un consigliere finanziario apprezzato sotto Elisabetta, raccomandando il ritorno verso le monete di metallo puro e mandando anche utili informazioni politiche dai Paesi Bassi, dove egli funzionava da ambasciatore presso il reggente spagnolo (1559-61). Tornato ad Anversa (1567) egli si adoperò perché il governo facesse prestiti presso i mercanti inglesi e non presso gli stranieri (1569) e risolse le vertenze sorte intorno ai tesori spagnoli catturati. Cessò di essere agente della Corona nel 1574. Fece costruire a proprie spese (1556-58) la Royal Exchange (Borsa Reale) sul terreno concesso dalla città. Fondò il Gresham College e istituì le prime cartiere inglesi (1565).
Bibl.: J. W. Burgon, The Life and Times of Sir T. G., Londra 1839; G. Unwin, Studies in Economic History, Londra 1927.
Legge di Gresham. - Sotto questo nome è conosciuto uno dei principî economici più comunemente accettati. Esso può essere formulato come segue: dato un certo numero di diverse monete in circolazione, quella che ha il minore potere di acquisto regola il valore di tutte le altre e ha per effetto di eliminarle dalla circolazione. Volgarmente essa viene enunciata semplicemente: "La moneta cattiva caccia la buona". La legge di G. si applica nel caso in cui siano in circolazione monete a titolo intero e a titolo ridotto dello stesso metallo; nel caso di monete di metallo diverso, uno dei quali è svalutato di fronte all'altro; nel caso di contemporanea circolazione di carta inconvertibile e di metallo, ecc. Fu l'economista scozzese Macleod (v.) che nel 1857 così denominò tale legge ritenendo che fosse da attribuirsi al G., mentre in realtà già ne avevano parlato, tra altri scrittori, anche Oresme e Copemico, i quali avevanu potuto osservare le conseguenze prodotte dalla presenza di parecchie monete contemporaneamente in circolazione. Il G. tuttavia ne ebbe certamente conoseenza nella sua lunga esperienza commerciale e bancaria.