MALORY, Sir Thomas
Scrittore inglese del sec. XV, autote della raccolta di leggende arturiane che venne pubblicata dal Caxton nel 1485 col titolo dì Morte d'Arthur. Se ne sapeva soltanto ll nome, e l'anno in cui scrisse il suo libro (1470), particolari forniti da lui medesimo. Oggi lo si identifica con un gentiluomo (knight) di Newbold Revel, nella parrocchia di Monks Kirby, nel Warwickshire. Questi ebbe una vita avventurosa: al seguito del conte di Warwick, era stato a Calais durante l'assedio del 1415-16. Nel 1445 era nel parlamento come "knight of the shire". Ma la vita di pace non era fatta per la sua indole guerriera: dopo qualche anno diventa protagonista di episodî violenti: a capo d'una vera e propria banda, assaltò conventi e abbazie, mettendoli a sacco, estorse denaro da pacifici cittadini, violò una donna e ne derubò il marito, e tese un'imboscata al duca di Buckingham; arrestato, evase a nuoto dalla prigione, per ricominciare il giorno dopo con un nuovo assalto e sacco di un'abbazia. Nel 1453 fu arrestato definitivamente, e, sebbene si protestasse innocente, passò il resto della vita in prigione. Quivi egli dovette scrivere il suo grande romanzo; se è vero che lo terminò nel 1470, esso è il frutto di più di quindici anni di prigionia. L'ampio romanzo in prosa è diviso in ventun libri, raggruppati in tre parti. La prima parte comprende la storia della nascita di Artù, la fondazione della Tavola Rotonda, il romanzo di Balin e Balan, e la storia di Gareth e Linet. La seconda parte tratta principalmente di Tristano. La terza parte contiene la storia di Lancillotto, la ricerca del San Gral, e finalmente la morte di Artù.
M. dice di aver tratto queste storie da un "libro francese", ma già Caxton nella sua prefazione parlava più esattamente di varî libri francesi. Non si è trovato un unico libro che contenga tutte le storie narrate da M., ma si sono trovate le fonti di molti singoli episodî. M. è quindi un compilatore, ma uno dei più raffinati compilatori della storia letteraria. Egli ha uno stile individuale piano e armonioso che unifica il disparato materiale in una forma artistica. Procede per periodi semplici, a proposizioni coordinate, che si colleqano fra loro con i nessi più semplici ed elementari: con degli "e" "poi", "così". Narra con candore ingenuo, immerso completamente nei fatti, tanto che lo si direbbe assente, se qualche felice congiunzione di parole non rivelasse ad ogni punto l'artista. La disparità del materiale si rivela talvolta nella mancanza di continuità in certi episodî, nell'interruzione di altri, nel raddoppiamento di alcuni nomi, ma non mai nello stile, che procede sempre conforme a sé stesso.
L'ideale cavalleresco trova la sua più compiuta espressione in questo libro, scritto proprio al tramonto dell'età feudale. Vi spira un senso di giustizia e di purità superiore a tutti gl'ideali che quel secolo conobbe. I suoi cavalieri erranti sono sempre pronti a impegnarsi in perigliose imprese e a sacrificare tutto per soccorrere le donzelle e i deboli, e magnanimamente rinunciano a tutto quello che conquistano. Tornei e castelli e foreste incantate, tutto vive in un'atmosfera ideale, dove le leggi normali della causalità sono sospese, e nulla si analizza e di nulla ci si stupisce. Magia e misticismo si fondono nell'episodio del San Gral, che serve a cristianizzare queste leggende ancora un poco pagane.
Il fascino conferito da M. alla leggenda arturiana ha attirato molti artisti posteriori, che hanno cercato di rinnovarlo riprendendo il suo racconto in . forme più moderne. Tra questi il più celebre è il Tennyson, che narrò in versi, negli Idillî del Re, molte delle storie di Malory.
Ediz.: Le Morte d'Arthur, ed. H. O. Sommer, voll. 3, Londra 1889-1891 (riproduce la citata ed. Laxton, e contiene una pregevole introduz. e una serie di studî sulle fonti); ediz. in un volume a cura di E. Strachey, Londra 1893; ed. illustrata da A. Beardsley, Londra 1927, 3ª ed.; Selections from the M. d'A., ed. P. L. Babington, Londra 1930; ristampa del testo di Wynkyn de Worde (1498), Oxford 1933.
Bibl.: V. D. Scudder, Le M. d'A. of Sir Th. M., Londra 1921 (per le fonti); E. Vinaver, Le roman de Tristan et Isault dans l'œuvre de Th. M., Parigi 1925; id., M., Oxford 1929 (per le fonti); E. Hicks, M., His Turbolent Career, Harvard 1928.