SIRIENI
. Popolo abitante, sul corso superiore dei fiumi della Russia settentrionale, un territorio doppio dell'Italia, che si stende tra Dvina e Pečora; ammontano a circa 300.000. Detti anticamente Permi o Permiani, commerciavano e commerciano tuttora con i loro vicini Samoiedi, di cui hanno adottato in parte anche il vestiario (abiti di pelliccia). Dando l'agricoltura frutti limitati in quelle regioni boscose, gli uomini si adoperano anche a tagliare e trasportare la legna per via d'acqua, o in squadre di 10 o 12 visitano lontane regioni dall'autunno alla primavera per cacciarvi gli animali da pelliccia. Per il trasporto delle provviste usano slitte trainate da cani o da renne, per la pesca canotti. Uccidono con la lancia gli orsi nei loro rifugi invernali e inseguono con le scarpe da neve le renne selvagge che allo scioglimento delle nevi penetrano nelle tundre. Le trappole e i mezzi usati per la pesca sono di foggia assai primitiva, come le capanne con tetto a un solo spiovente o i ripari contro il vento che elevano durante questi loro viaggi. Si proteggono dal maltempo con coperte di lana o di lino a frange, fornite, come il poncho, di un'apertura per la testa. Del resto, le pratiche agricole, l'alimentazione e l'abbigliamento sono simili a quelli dei Russi. Le stoffe sono tinte con colori vegetali o impresse a semplici motivi vegetali con stampi in legno. Si fa grande uso della scorza di betulla per confezionare recipienti e ripostigli. Le case sono elevate un poco al disopra del livello del suolo (sul tipo delle palafitte). Per mezzo di una scala si raggiunge l'atrio, da un lato si accede alla camera di soggiorno con focolare, soppalco per dormire e un tramezzo per la dispensa, dall'altro lato sta una camera per gli ospiti o un ambiente destinato agli utensili. Un'altra scala conduce alla stalla sopra la quale sta il fienile con un atrio che serve di aia. Le provviste sono conservate in granai piantati su pali. Un bagno non manca mai. Tutte le costruzioni sono di legno. Prima del matrimonio, la gioventù gode di una libertà assoluta, i riti nuziali ricordano quelli russi; molto arcaica l'abitudine del fidanzato di ricoprire i capelli della sposa con un panno, senza il quale essa non dovrà più mostrarsi in pubblico. La celebrazione delle nozze s'inizia con un bagno, durante il quale la sposa, secondo un uso finnico, deve rimanere sola a cantare canti lamentosi. I Sirieni si convertirono al cristianesimo sin dal sec. XIV. Le loro credenze sono affini alle russe.
La vita di pescatori ha fatto nascere la credenza in spiriti delle acque dalle grandi teste, in cui sarebbero trasmigrate le anime degli annegati. È conosciuto inoltre, come presso i Russi, uno spirito femminile meridiano, che, nascosto nella segala, minaccia gli uomini di un colpo di sole.
Lingua. - Il sirieno fa parte, insieme con il votiaco, del gruppo delle lingue permiane (v. permiani) della famiglia linguistica ugro-finnica. Secondo J. Wichmann i dialett. sirieni, assai simili l'uno all'altro, possono essere raggruppati in due sezioni: 1. sezione meridionale che comprende il dialetto che i linguisti russi chiamano poco esattamente "permiano"; 2. sezione settentrionale che comprende tutti gli altri dialetti. Le differenze fondamentali fra le due sezioni sarebbero le seguenti: nella sezione meridionale l'accento è mobile, mentre nella sezione settentrionale è fissato su una determinata sillaba; ad alcune parole comincianti in vocale della sezione meridionale corrispondono nella settentrionale voci con v-: p. es., mer. od'ź "antico" sett. vod'ź; al suffisso -t della sezione meridionale corrisponde -d nella settentrionale: p. es., mer. kujimət sett. koiməd "terzo" (cfr. ungh. harmad[ik]); il suffisso del cosiddetto "caso consecutivo" -la (che serve anche per indicare il moto a luogo) manca nella sezione meridionale, ove invece troviamo i suff. -vi???n e -vət' che mancano completamente ai dialetti della sezione settentrionale. Vi sono inoltre parecchie differenze lessicali.
Fra le lingue ugrofinniche la siriena è, dopo l'ungherese, quella che possiede i frammenti di testi più antichi, risalenti alla seconda metà del sec. XIV e probabilmente dovuti al missionario (poi vescovo di Perm) Stefano il Santo; questi testi sono scritti con uno speciale alfabeto formato su quello slavo ecclesiastico (cirillico). La più antica grammatica si riena è la Zyrjanskaja Grammatika di A. Flerov (nome sotto cui si nascondeva un seminarista sirieno, certo Kozlov), stampata a Pietroburgo nel 1813.
Bibl.: M. A. Castrén, Elementa grammatices syrianeae, Helsingfors 1844; F. J. Wiedemann, Grammatik der syrjänischen Sprache mit Berücksichtigung ihrer Dialekte und des Wotjakischen, Pietroburgo 1884; Syrjänisch-deutsches Wörterbuch nebst einem Wotjakisch-deutschen im Anhange und einem deutschen Register, Pietroburgo 1880; G. S. Lytkin, Zyrjaniskiĭ kraj pri episkopach permskich i zyrjanskij jazyk, ivi 1889; Syrjänische Sprachproben, Helsingfors 1891 (Journ. Soc. Finno-Ougr., X); Y. Wichmann, Syrjänische Volksdichtung, Helsingfors 1916 (Mém. Soc. Finno-Ougr., XXXVIII); Zyriènes et Caréliens, in Revue des ét. hongr. et f.-ougr. II (1933), 233-148 e l'importante articolo sulla lingua siriena nell'Enciclopedia finnica: Tietosanakirja, IX, 778; I. Kalima, Die russischen Lehnwörter im Syrjänischen, Helsingfors 1911 (Mém. Soc. Finno-Ougr., XXIX); Syrjänisches Lehngut im Russischen, in Finnisch-ugrische Forschungen, XVIII (1927), pp. 1-56; G. S. Lytkin, Russko-zyrjanskij slovar' (Roča-komija kylčukör) sostavlen po rukopisnomu slovarju N. Popova, Leningrado 1931. Vedi anche permiani.