SIRIO (Σείριος, Sirius)
Con questo nome i Greci designarono una delle stelle dell'emisfero meridionale, la cui comparsa coincideva con l'inizio dei grandi calori estivi. Il nome si trova, già in Esiodo, usato come appellativo del Sole, dei pianeti o di altre stelle, e anche, più spesso, per designare espressamente quella lucente stella che anche oggi così si chiama (v. sotto); esso indica probabilmente - secondo le diverse etimologie proposte dai moderni - la stella "che scintilla" oppure "che arde". Sul mito greco relativo a Sirio hanno certamente influito - probabilmente per il tramite dei Fenici - idee e credenze egiziane. La comparsa di Sirio, che avveniva in Egitto verso il 20 luglio, segnava il principio della piena del Nilo e l'inizio dell'anno astronomico (v. calendario, VIII, p. 396). I Greci identificarono Sirio con Iside, Orione con Oro e con Osiride; poiché una saga narrava che Iside fosse stata aiutata da cani nella ricerca di Osiride, i Greci videro più comunemente in Sirio il cane d'Iside. Si riteneva pure che la comparsa di Sirio segnasse il principio della maturazione dell'uva. Sirio fu fatto poi il cane di Orione. Nelle rappresentazioni figurate dell'orizzonte celeste, la figura di Sirio è contrassegnata dalla corona raggiata. Nell'Isola di Ceo, fu oggetto di culto.
Sirio è stella della costellazione del Cane Maggiore, di grandezza −1M.6; è la più brillante del cielo. Il suo spettro è A3, e la sua parallasse di 0″,376, che corrisponde a 8,4 anni di luce. Sirio è una stella doppia, il cui compagno è di 8M.4 e gira intorno al primario in 50 anni; la densità di questo compagno è di circa 30 mila volte quella dell'acqua.