SIRTI (Grande e Piccola Sirte; A. T., 105-106)
Col nome di Sirti, derivato dalla geografia classica, si usano indicare le due grandi insenature che la costa settentrionale dell'Africa presenta proprio di fronte alla Sicilia e precisamente tra il 10° e il 20° meridiano, tra il Sahel tunisino e la Cirenaica. "Mar delle Sirti" si è chiamato poi quella parte del Mediterraneo che si estende a sud dello Ionio tra il Mare Africano e il Mar di Levante sul quale si affaccia l'intero territorio della Libia. Delle due insenature anzidette la più occidentale e la meno estesa è la Piccola Sirte (Syrtis Minor) detta anche Golfo di Gabes dalla città tunisina che ne occupa il fondo della concavità. Essa è limitata a nord dal Ras Kapondia e dall'Isola di Gerba a sud, abbracciando uno specchio d'acqua che si può ragguagliare a 6-7 mila kmq., la cui profondità non supera i 50 m. Le coste che essa bagna sono in generale basse e sabbiose, dove l'unico scalo accessibile è il porticciuolo di Gabes formato dalla foce dell'uadi omonimo. La Gran Sirte (Syrtis Maior), detta anche Golfo di Sidfra, si estende dal Ras Zarrugh presso Misurata Marina a Bengasi per un'ampiezza rettilinea di circa 450 km. ed una profondità d'insenatura di circa 200. Lo sviluppo costiero si ragguaglia a 760 km.; la profondità massima che vi raggiunge il fondo tocca i 1000 m., ma la isobata di 50 m. si mantiene a 10-30 km. dalla costa, lasciando però in varî punti emergere o affiorare scogli e secche che ne rendono pericolosa la navigazione. Vi dominano i venti di Maestro che in primavera o all'inizio dell'autunno sono spesso accompagnati da raffiche e piogge violente. La marea poco sensibile, come in tutto il Mediterraneo, non vi supera i 30 cm. Lo stabilimento (o l'ora) del porto è di 2 o 3 ore, la declinazione magnetica di 2° 12′ ovest. Una corrente d'intensità variabile tra i 500 e i 1250 m. all'ora secondo l'intensità dei venti del I° e del IV° quadrante ne sospinge le acque verso sud. Le coste adiacenti alla grande insenatura sono in generale poco elevate, talvolta scoscese, più spesso basse e sabbiose e facilmente invase dalle acque marine che determinano la formazione di secche. Quasi in tutto il loro sviluppo le coste sono poi orlate da dune che vi raggiungono l'altezza di 10-15 m. In qualche punto la linea di costa è fronteggiata da scogliere che rappresentano un pericolo per la navigazione. A oriente dell'ancoraggio portuale di Sirte, dove il piccolo porto di Marset Zafran ormai insabbiato non può offrire un riparo che ai piccoli galleggianti, la costa raggiunge l'altezza di 36 m., poi ritorna bassa e uniforme sempre più o meno orlata da dune e in qualche tratto anche accompagnata da secche sabbiose o rocciose e così continua sino a Mugtaa el Chebrit che segna il confine tradizionale della Tripolitania con la Cirenaica, oltre il quale la costa sirtica presenta la sua massima concavità a El Agheila alla latitudine di 30° 16′. Oltrepassata El Agheila, la costa piega verso nord-est e, raggiunta dopo 40 km. la piccola insenatura di Marsa el Brega a pochi km. al largo si trovano l'isolotto di Lamaresch e numerosi scogli e secche sino a Carcura, oltre il qual punto la costa ritorna a presentarsi bassa e uniforme.
Bibl.: Portolano del Mediterraneo, VIII: Coste di Libia, Palestina, Siria e Caramania, Genova 1931. - Un primo rilievo regolare della Grande Sirte compirono i fratelli F. W. e H. W. Beechey che ne resero conto nell'opera Proceedings of the Expedition to explore the Northern Coast of Africa, Londra 1828. Ma un'opera di grande precisione si ebbe solo nel lavoro di rilevamento idrografico eseguito sotto la direzione di G. Romagna Manoja nel 1930 e che fruttò la pubblicazione di un atlante di 6 tavole (1: 120.000) del Golfo della Grande Sirte.