SISAK (ungh. Sziszek, ted. Sissek; A. T., 77-78)
Cittadina della Croazia, oggi nel banato della Sava (Iugoslavia), circa 50 km. a ESE. di Zagabria. Si leva a 99 m. s. m., all'influenza della Kupa nella Sava. La situazione è importante perché di qui ha inizio la navigazione sulla Sava ed è nello stesso tempo allo sbocco delle comunicazioni verso Grad, Novi e Banja Luka. Nei pressi avviene anche l'allacciamento tra la ferrovia della Sava e il tronco verso Banja Luka. Notevole vi è quindi il commercio, specie di granaglie e legnami.
La città parrebbe sorta, in origine, dall'unione di un centro illirico di Segesta con la piazzaforte romana di Siscia o Sissia. Sotto l'impero fu vasta e fiorente agglomerazione, come provano le rovine delle sue mura. Stazione militare di Augusto, quartier generale di Tiberio nelle guerre contro i Pannoni, capoluogo della zona militare di confine sotto Settimio Severo (da cui ebbe nome di Septimia Sissia), ebbe funzioni di capitale con Gallieno e Probo (sec. III), che vi tennero zecca ed erario. La decadenza ebbe inizio con l'invasione di Attila che costrinse la sede episcopale a trasferirsi a Salona (441). Nei secoli VII e VIII Sisak si ritrova centro di uno zupanato serbo, nel X viene saccheggiata dai Magiari, poi nel 1092 sottomessa al capitolo della cattedrale di Zagabria. A questo si deve la costruzione del castello (1544), unico monumento di qualche interesse nella città. Esso cedette ai Turchi solo dopo ripetuti assalti nel 1594. Venne poi liberata con sanguinosa battaglia nel 1641.
La popolazione era nel 1900 di 7047 ab. ed è cresciuta notevolmente nel primo e nel terzo decennio del secolo: 7881 ab. nel 1910, 8802 nel 1921, 10.300 nel 1931. Sono in maggioranza (7110) Croati cattolici, con qualche minoranza di Serbi ortodossi e musulmani, Sloveni, Ebrei, Tedeschi.