SISCIA (Siscia, Σισκία, oggi Sziszek)
Città della Pannonia superiore, alla confluenza del Colafis con la Sava. Fu in origine centro indigeno col nome di Segesta o Segestica. Espugnata da Ottaviano nel 35-34 a. C. (v. pannoni e pannonia), ricevette un presidio di truppe romane; Tiberio vi svernò, rafforzandone la posizione mediante lo scavo di un canale che la trasformò quasi in un'isola. Il centro civile rimase tuttavia nella condizione di semplice vicus, fino a quando Vespasiano lo innalzò al grado di colonia; più tardi Settimio Severo gli concesse altri favori, donde il nome di colonia Flavia Septimia Siscia. Ma Vespasiano stesso o Traiano allontanarono la guarnigione da Siscia portandola più verso il Danubio. Già nell'alto impero sembra fossero in Siscia l'ufficio del legato, l'archivio e l'arca della provincia; certo, dopo Diocleziano, essa fu la sede del corrector della nuova provincia detta Savia; ebbe una zecca assai attiva nel sec. IV, fabbriche d'armi e fu stazione della flotta Secunda Pannonica o Aegetensium; vi stanziava anche una coorte di alpini. Vi si sono segnalati i resti di un acquedotto, e memorie varie dell'età romana, particolarmente iscrizioni, e bronzi usciti da officine locali.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., III, p. 601; Fluss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 361 segg.; Hofiller, Antike Bronzegefässe aus Sissek, in Österr. Jahresh., XI, p. 117 segg.