SISEBUTO
. Re dei Visigoti di Spagna, morto nel 621. Successe a re Gundemaro nel 612, e dopo aver ridotto all'obbedienza i ribelli guasconi e asturiani, incominciò nel 615 la campagna per l'espulsione dei Bizantini, costringendo l'imperatore Eraclio ad accettare una pace molto svantaggiosa che lasciava ai Greci solo alcune località del Portogallo. Promulgò in seguito due editti che segnarono l'inizio di una violenta persecuzione contro gli Ebrei, i quali sinora anche sotto i Visigoti avevano continuato a godere della tolleranza concessa loro dall'impero romano.
Si dilettò di scienza e d'arte. Il suo stile, quale ci appare nella Vita Desiderii episcopi viennensis da lui scritta e nelle epistole rimasteci, le più dirette a vescovi, è più pretenzioso che corretto. Meglio riesce come poeta in quella epistola poetica a Isidoro di Siviglia nella quale in 60 esametri di buona fattura tratta dell'eclissi del Sole e della Luna.
Ediz.: Vita Desiderii, ed. B. Krusch, in Mon. Germ. Hist., Script. rer. Merov., III (1896), pp. 630-638. Epistole, ed. W. Gundlach, ibidem, Epist., III (1892), pp. 662-675. Per la poesia, v. Poet. lat. min., ed. Baehrens, V (1883), p. 357; Antol. lat., 2ª ed. Riese, n. 483.
Bibl.: F. Dahn, Die Könige der Germanen, V, (Lipsia 1870), pp. 177-184; Gams, Kirchengesch. von Spanien, II, ii, pp. 78-80; M. Manitius, Gesch. d. lat. Lit. des Mittelalters, I, Monaco 111, p. 187 segg.