SISINNIO
Secondo il Liber pontificalis, l'unica fonte che lo menziona, S. era di origine sira, figlio di un certo Giovanni. Il suo luogo di nascita è sconosciuto e niente si sa sulla sua educazione e sugli inizi della sua carriera ecclesiastica; sembra comunque probabile che egli fosse uno dei cinque presbiteri della Chiesa di Roma di nome Sisinnio, presenti al sinodo romano del 679 convocato da papa Agatone per discutere i problemi della Chiesa inglese. Infatti, quando S. fu consacrato papa il 15 gennaio del 708, tre mesi dopo la morte del suo predecessore Giovanni VII, era ormai vecchio e sofferente di podagra al punto di non essere più in grado di mangiare senza aiuto. Tuttavia, egli era generalmente rispettato in quanto di animo fermo e attento alle esigenze dei Romani. La consacrazione di S. dopo tre mesi di effettiva vacanza del soglio pontificio costituisce, per i tempi, un elemento degno di riflessione: nel 705 l'imperatore Giustiniano II era tornato sul trono di Costantinopoli e aveva crudelmente giustiziato i suoi avversari. Nel 707 aveva di nuovo mandato a Roma gli atti del concilio Trullano chiedendo a papa Giovanni VII di sottoscriverli e di indicare quei canoni che la Chiesa di Roma non poteva accettare. Sembra che Giovanni VII li abbia rispediti a Costantinopoli senza commento e senza firma. La sua morte nell'ottobre del 707 lasciò la Chiesa in una situazione delicata; perciò è probabile che le varie fazioni dell'elettorato romano abbiano avuto qualche difficoltà a mettersi d'accordo su un candidato comune, munito di sufficiente coraggio e abilità politica per affrontare un "basileus" notoriamente irascibile e feroce. Forse furono proprio l'età avanzata di S. e la sua salute cagionevole a farlo considerare un candidato adatto: all'esarca bizantino, che doveva confermare il candidato eletto, poteva sembrare un pontefice arrendevole, mentre gli elettori romani non dovevano temere una sua forzata deportazione a Costantinopoli, e comunque la sua elezione poteva costituire un accettabile compromesso passeggero. Durante il suo breve pontificato, S. avrebbe consacrato un vescovo di Corsica e avrebbe ordinato di preparare la malta per il restauro delle mura di Roma, dato l'atteggiamento minaccioso dei Longobardi. Morì il 4 febbraio del 708, dopo un pontificato di soli venti giorni. Fonti e Bibl.: I.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, XI, Florentiae 1765, p. 179; Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé-G. Wattenbach-S. Loewenfeld-F. Kaltenbrunner-P. Ewald, I, Lipsiae 1885, p. 247; Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, p. 388; Italia pontificia, X, a cura di D. Girgensohn-W. Holtzmann, Turici 1975, p. 467. E. Caspar, Geschichte des Papsttums, II, Tübingen 1933, pp. 620, 624; O. Bertolini, Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi, Bologna 1941, pp. 413, 706; R. Aigrain, in Storia della Chiesa, a cura di A. Fliche-V. Martin, V, Torino 1980², p. 545; A.N. Stratos, Byzantium in the Seventh Century, V, Justinian II, Leontius and Tiberius, Amsterdam 1980, pp. 44, 132 s.; J.-M. Sansterre, Les moines grecs et orientaux à Rome aux époques byzantine et carolingienne (milieu du VIe s.-fin du IXe s.), I-II, Bruxelles 1983: I, pp. 39, 107; II, pp. 76 s. nn. 112, 115; M. Borgolte, Petrusnachfolge und Kaiserimitation. Die Grablegungen der Päpste: ihre Genese und Traditionsbildung, Göttingen 1989, p. 348; Histoire du Christianisme des origines à nos jours, a cura di J.M. Mayeur et al., IV, Paris 1993, p. 644. J.N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, Oxford-New York 1986, s.v., p. 85; Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, X, Herzberg 1995, s.v., col. 539; Lexikon des Mittelalters, VII, München-Zürich 1995, s.v., coll. 1939 s.; Dizionario storico del Papato, a cura di Ph. Levillain, II, Milano 1996, s.v., p. 1394.