sismometro
Strumento per la misura del moto del suolo, dotato di un sensore in grado di rilevare il passaggio delle onde sismiche generate da sorgenti di origine naturale, come i terremoti, o antropica (per es., le esplosioni nucleari). È spesso considerato equivalente al sismografo anche se, più propriamente, con questo ultimo termine ci si riferisce a uno strumento dotato anche di un apparato di registrazione. La registrazione ottenuta, detta sismogramma, rappresenta il moto del suolo in un dato punto di osservazione in funzione del tempo. Generalmente, un sismometro opera basandosi sul principio d’inerzia ed è costituito schematicamente da: (a) un telaio solidale con il terreno; (b) una massa inerziale collegata al telaio da un sistema (per es., una molla, o un’asta pendolare, con un certo smorzamento) che le permette di restare fissa in assenza di sollecitazioni, di muoversi rispetto al telaio stesso quando questo è sollecitato e di attenuare il suo moto una volta che la sollecitazione è cessata; (c) un sistema che misuri il moto della massa relativo al telaio, o, alternativamente, la forza necessaria per tenerla fissa. Inizialmente (dal 1880 ca.), si impiegavano sistemi ottici e/o meccanici per amplificare e misurare movimenti anche di piccola entità che venivano registrati su supporti cartacei o fotografici. Gli strumenti moderni (dal 1980 ca.) sono basati su sofisticati dispositivi elettronici che consentono di misurare la forza elettromagnetica necessaria (detta controreazione) per tenere la massa fissa; il voltaggio risultante può quindi essere convertito in formato digitale e memorizzato su supporti a memoria di massa. Essendo caratterizzati da una risposta ottimale in frequenza molto ampia (tipicamente da 0,05÷20 Hz) sono denominati a banda larga. Data la natura vettoriale del moto del suolo, una stazione sismica possiede solitamente una terna di strumenti, che consente di misurare il moto lungo tre assi spaziali (preferibilmente nord-sud, est-ovest, e uno verticale), installati su di un suolo stabile (per es., il basamento roccioso) e in un ambiente il più possibile isolato dal rumore sismico, generato sia da fattori naturali (per es., sbalzi termici, perturbazioni meteorologiche, onde marine) sia antropici (per es. traffico).