SISTO III papa, santo
All'inizio della controversia pelagiana il prete romano S. era indicato dall'opinione comune come uno dei membri del clero romano favorevoli a Pelagio. Nel 418 S. Agostino indirizzava a lui una lettera (ep. 217) sulla grazia preveniente e il libero arbitrio, dalla quale si deduce come S. fosse ormai avversario di Pelagio. Il 31 luglio 432 S. fu eletto successore di papa Celestino. Prospero cercò di trascinare il nuovo papa nella campagna da lui condotta contro i semipelagiani della Gallia meridionale (v. semipelagianesimo) specialmente contro Cassiano. Ma S. rimase neutrale e non intervenne. Forse speculando su questo fatto, il grande avversario di Agostino, Giuliano d'Eclano, tentò, verso il 435, di indurre S. a farlo richiamare dall'esilio, ma, sembra per l'intervento del diacono Leone (il futuro papa Leone Magno), S. non si lasciò convincere. Più notevole l'azione spiegata da S., in senso nettamente conciliatore, nella fase della controversia nestoriana successiva al concilio di Efeso (v. nestorio e nestoriani). Per merito di S. l'opposizione dei vescovi orientali, facenti capo a Giovanni d'Antiochia, contro Cirillo, fu vinta (marzo-aprile 433). La ferma attitudine di S. nei riguardi dei tentativi di Proclo di Costantinopoli per modificare a favore della sede costantinopolitana il regime ecclesiastico dell'Illirico (concilio di Costantinopoli del 437) mostra come egli sia stato un geloso custode dell'autorità della Sede apostolica. S. morì il 19 agosto 440. A lui Roma deve fra l'altro la riedificazione dell'antica basilica liberiana da lui dedicata alla Vergine Madre di Dio, e la costruzione della Basilica di S. Lorenzo maggiore.
Bibl.: Liber Pontificalis, ed. L. Duchesne, I, Parigi 1886, pp. CXXXVI-CXXVII, 232-33; Ph. Jaffè, Regesta, I, Lipsia 1882; Acta Sanctorum, 28 marzo; Patrol. Lat., L, col. 583 segg.; P. Batiffol, Le Siège apost., Parigi 1924, pp. 398-410; E. Caspar, Gesch. des Papsstums, I, Tubinga 1930, p. 416 seg.