sito
Termine tecnico della filosofia aristotelica, designa quella categoria che considera la " posizione ", e cioè " stato ", " situazione ", " disposizione " e " ordine ", delle parti in un luogo (o di più corpi in un luogo), o delle varie parti in un tutto. Se " luogo " è concetto ‛ assoluto ' che indica lo spazio in cui sono collocati i corpi e a cui tutto il mondo fisico va riferito, s. comprende in sé, come suo ‛ proprio ', la determinazione dell'ordine in un qualche luogo, o del posto che un certo luogo occupa in uno spazio più ampio (dove il riferimento non è tanto allo spazio, quanto al principio che ne regola la distribuzione).
Per la dottrina aristotelica, cfr. Cat. 4, 1b 27 e 2a 2; 9, 11b 10. Cfr. Tommaso d'Aquino Exp. Phys. IV 7 " situs, secundum quod ponitur praedicamentum, importat ordinem partium in loco, licet, secundum quod ponitur differentia quantitatis, non importat nisi ordinem partium in toto ", e anche III 5 " situs, quod addit super ubi ordinem partium in loco "; Quodl. III 3 7c " quod autem est in corporibus situs, et in spiritualibus ordo ". Ma si veda anche Isidoro (Etym. II XXVI 8), che distingue ‛ positio ' da s. e afferma: " Locus est ubi sit, in foro, in platea. Loci autem motus partes sex habet, dextram et sinistram, ante et retro, sursum atque deorsum. Partes quoque istae sex duo habent [id est, situm et tempus. Situm, ut] longe et prope. Tempus, ut heri, hodie. Porro situs a positione dictus, ut quis aut stet, aut sedeat, aut iaceat " (quest'ultima definizione è ripresa da Papia Vocabulista " situs a positione dictus, ut quis aut stet aut sedeat ").
Nel Liber sex principiorum il rapporto s.-‛ positio ' è invertito: non il s. trae la ‛ capacità di nominare ' da ‛ posizione ', ma questa trae la ‛ denominatio ' da quello: cfr. § 60 " Positio... est quidam situs partium et generationis ordinatio secundum quam dicuntur vel stantia vel sedentia vel aspera vel lenia vel quomodolibet aliter disposita; sedere autem et iacere positiones non sunt, sed denominative ab eis dicta "; § 25 " Qualitatum vero particularium positio effectrix est et quantitatum (asperitas enim et lene et similia qualia [v. QUALE (categoria della qualità)] sunt, linea vero et superficies et soliditas sunt quantitates, universa autem haec a situ substantiam et generationem habent) ", tuttavia s.-positio sembrano equivalersi nei §§ 61-62 " Solet autem et quaestio induci de curvo et recto, aspero et leni... et similibus; quamdam enim partium positionem significare videntur (asperum enim dicitur cuius partium una alteri supereminet, lene autem cuius quidem particulae aequaliter porrectae sunt, similiter autem et de reliquis). Non sunt autem positiones ea quae dicta sunt omnia, sed qualia circa situm existentia; ex eo namque quod partes sic dispositae sunt, ex eo talia sensibus iudicantur, non autem, ex eo quod talia, idest aspera et lenia vel tricubita vel bicubita, sunt; similiter autem et de aliis huiusmodi quae in partibus dispositionem habent. Erit igitur unumquodque praedictorum non positio, sed quale quod circa positiones nascitur ".
In Cv II III 3 Dico adunque, che del numero de li cieli e del sito diversamente è sentito da molti, s. vale " posizione " o " disposizione " reciproca dei cieli, e così anche al § 6; al § 7 l'ordine del sito dei cieli è l'ordine delle rispettive " posizioni ". In Pd XXVII 85 E più mi fora discoverto il sito / di questa aiuola, s. è la posizione della terra; in I 92 folgore, fuggendo il proprio sito, il termine designa il " luogo naturale ", cioè quella posizione che nell'ordine dell'universo (in questo caso, del mondo sublunare) è assegnato alla folgore e al fuoco: s. è quindi senz'altro la sfera del fuoco.
Nello stesso senso il termine occorre in If XXIV 39 lo sito di ciascuna valle porta / che l'una costa surge e l'altra scende, e nella forma latina, in Quaestio 4 Quaestio... fuit de situ et figura sive forma duorum elementorum, aquae videlicet et terrae (cfr. anche §§ 17, 50 e 86), dove il problema è quello del rapporto reciproco, e quindi della vicendevole " posizione ", dei due elementi (cfr. § 5 restricta fuit quaestio ad hoc... ut quaereretur utrum aqua in spera sua, hoc est in sua naturali circunferentia, in aliqua parte esset altior terra quae emergit ab aquis); che nel testo dantesco s. non sia equivalente di ‛ locus ' emerge con chiarezza dal § 9 cum situs loci et locati non differat, " poiché la ‛ posizione ' del luogo e di ciò che in esso è posto non differisce "; cfr. ancora § 76, due volte.
In modo analogo, settentrïonal vedovo sito (Pg I 26) è la terra emersa " situata " tutta nell'emisfero boreale (cfr. Mattalia): per metonimia il s. sta in luogo del ‛ situato '. L'elemento di una ragione ordinatrice (Dio o la natura universale) che presieda all'universo e ne stabilisca e fissi struttura e rapporti tra le parti, e il tendere di ciascuno al fine al quale è ordinato, emerge in particolare in Pd I 124 lì come a sito decreto, / cen porta la virtù di quella corda / che ciò che scocca drizza in segno lieto: eravamo trasportati verso l'Empireo dal desiderio naturale che spinge tutto al fine preordinato (al cui conseguimento è condizionata la felicità).
Non diverso il valore del termine nelle due occorrenze di VE II XII, dove si discute del " posto " che ha l' ‛ eptasillabum ' in due piedi diversi, per rapporto agli altri versi (all'interno della discussione sulla ‛ carminum habitudo ', § 9), e al § 10 in nullo... pedes et versus differre videmus nisi in situ: piede e volta infatti differiscono perché il piede sta prima, la volta vien dopo la ‛ diesis '. Più generico in Pd XVII 6 la santa lampa / che pria per me avea mutato sito, aveva cambiato " ubicazione ". In XXXII 53 Dentro a l'ampiezza di questo reame / casual punto non puote aver sito, l'espressione ‛ aver s. ' vale " capere ", " trovarsi ", " essere situato ".