Vedi SKYTHES dell'anno: 1966 - 1966
SKYTHES (Σκύϑης)
Ceramografo attico attivo entro l'ultimo venticinquennio del VI sec. a. C. Appartiene quindi alla generazione dei precursori, e si serve occasionalmente della tecnica a figure nere in aggiunta di quella normale a figure rosse. La sua firma di pittore compare sostanzialmente completa nella coppa da Cerveteri nel Museo di Villa Giulia 20.760 e mutilata nel frammento di Berlino n. 4041. Ritorna inoltre su tre pìnakes a figure nere dell'Acropoli il nome di S., due volte come pittore, una volta come dedicante. E per queste ultime tre pitture J. D. Beazley riserva dei dubbi che si tratti del medesimo S., pittore di coppe.
Un primo nucleo delle opere che poi vennero a comporre la figura artistica di S., erano state riunite da E. Pottier e assegnate a un creduto pittore Epilykos. In seguito il rinvenimento della coppa di Cerveteri con la firma completa di S. indusse a riconsiderare il problema con la conseguenza che, per opera di E. Buschor, si venne a rifiutare l'esistenza di un Epilykos pittore e a ridurre quest'ultimo alle sue giuste proporzioni di personaggio acclamato. J. D. Beazley attribuisce ora a S. 25 coppe e un piccolo supporto: un numero non elevato di opere per un artista estremamente riconoscibile e in certo modo di primo rango, ma tali tuttavia nella estrema varietà delle scene e dei tipi raffigurati da darci un'idea abbastanza precisa della fantasia creativa e della capacità di rinnovarsi del pittore. S. viene di solito affiancato all'altro grande pittore di coppe della sua stessa generazione, Epiktetos: ma in realtà non potrebbe trovarsi opposizione più grande allo spirito serenamente classico di Epiktetos, al suo segno così terso e puro, alla sua interezza, delle figure aggressive e pungenti di S. che spesso sacrificano ogni altra qualità alla vividezza espressiva. Assai raramente S. si indugia a costruire armoniosamente un corpo umano con quel distacco e quel miracoloso equilibrio che troviamo in Epiktetos e in altri: tuttavia specialmente nei tondi interni delle coppe egli realizza esempî non inferiori a quelli del maestro nel comporre e atteggiare una figura. Così l'appuntito giovinetto coppiere che danza, della coppa un tempo Curtius, l'hoplitodròmos Louvre S 1356, il vacillante citarista della coppa di Villa Giulia 20760, costituiscono, con molti altri, esempî insuperabili di sottilissimo equilibrio compositivo e di acutissima caratterizzazione espressiva.
Bibl.: E. Pottier, in Mon. Piot, IX, p. 135; X, p. 49; A. Furtwängler, in Furtwängler-Reichhold, II, p. 182; G. E. Rizzo, in Mon. Piot, XX, p. 101, G. Rodenwäldt, in Arch. Anz., 1914, p. 87; E. Buschor, in Jahrbuch, XXX, 1915, p. 36; E. Langlotz, Zeitbestimmung, Lipsia 1920, p. 115; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 419; J. D. Beazley, in Vasenm. Rotfig., p. 39; id., Red-fig., p. 73.