SLESIA (XXXI, p. 949)
Prima della seconda Guerra mondiale apparteneva alla Polonia soltanto una piccola parte della Slesia (v. XXXI, p. 951); in seguito agli accordi di Potsdam tutta la Slesia prussiana (meno un piccolo lembo nell'angolo NO, a ponente della Nisa), la quale era divisa nelle due provincie della Bassa Slesia e dell'Alta Slesia, è stata annessa alla Polonia; l'Alta Slesia (di cui era capoluogo Oppeln) è stata aggregata all'antico voivodato della Slesia polacca (Slâsk), che ora ha una superficie di 15.369 kmq. e 2.823.400 ab. (1946:184 per kmq., il capoluogo, Katowice, ne conta 128.300); la Bassa Slesia costituisce il voivodato di Wróclaw (Breslavia) con superficie di 24.740 kmq. e popolazione di 1.941.100 ab., 78 per kmq; il capoluogo, Breslavia, ne ha 170.700.
Approvato nel novembre 1945 dal consiglio di controllo alleato in Germania il piano di evacuazione delle popolazioni tedesche in Polonia, si iniziò anche in Slesia il cosiddetto ripopolamento dei territorî ricuperati. Dal febbraio al novembre 1946 la popolazione polacca della ex-Alta Slesia tedesca passò da 886.000 a 1.285.340 anime (cioè rispettivamente dal 75 al 99% della popolazione totale) e quella della provincia di Breslavia da 680.000 a 1.207.000 (dal 41 al 74% della popolazione totale). Anche dopo il discorso di Byrnes a Stoccarda (6 settembre 1946), nel quale fu affermata la provvisorietà dei confini occidentali della Polonia ed il loro valore puramente amministrativo, la Polonia proseguì nella sua opera, eliminando pressoché integralmente ogni elemento tedesco dalla Slesia.