Slovacchia
Stato dell’Europa centrorientale. La S. trae il suo nome dalle popolazioni slavo-occidentali che nel 6° sec. vi si insediarono stabilmente. Nel 906 cadde sotto il dominio magiaro, rimanendo legata all’Ungheria fino al 1918, quando entrò a far parte della Cecoslovacchia indipendente. I magiari si insediarono in massa in alcune regioni (Košice, Bratislava) e in genere si imposero quale classe dominante. Manifestatosi nella prima metà del 19° sec., il risveglio nazionale slovacco prese corpo soprattutto dopo la repressione della rivoluzione magiara del 1848-49. Dopo la firma del Patto di Pittsburgh, nell’ott. 1918 il Consiglio nazionale slovacco aderì alla proclamazione di indipendenza ceca. Il rapporto fra cechi e slovacchi costituì tuttavia un elemento problematico costante della successiva storia cecoslovacca (➔ Cecoslovacchia). L’impostazione centralistica della Costituzione del 1920 e il prevalere degli interessi economici delle più industrializzate regioni ceche favorirono lo sviluppo di una tendenza autonomista. Nel marzo 1939 la S. proclamò la propria indipendenza sotto la guida del filonazista J. Tiso, divenendo uno Stato satellite della Germania; fra il 1938 e il 1944 la S. meridionale fu occupata dall’Ungheria. Tornò a far parte dello Stato cecoslovacco nel 1945. Nel 1969, una modifica costituzionale istituì la federazione cecoslovacca: nacque così la Repubblica socialista slovacca. La politica centralistica sviluppata da G. Husák nei decenni successivi lasciò tuttavia le istituzioni slovacche prive di un potere reale, favorendo invece il processo di industrializzazione della Slovacchia. Le disparità economiche con la Boemia e la Moravia si accentuarono nuovamente in seguito al crollo del regime socialista (1989) e all’adozione di misure per il passaggio a un’economia di mercato: a partire dal 1990 il problema di una ridefinizione del rapporto fra i due Stati fu al centro del dibattito politico. Dopo la proclamazione della Repubblica nel 1993, che sanciva la definitiva divisione della Cecoslovacchia, la vita politica della S. si svolse in un clima di grande incertezza, segnato dal contrasto istituzionale fra il capo del governo, il nazionalista V. Mečiar, leader del Movimento per la Slovacchia democratica, e il presidente della Repubblica M. Kováč. Nel 1998 le elezioni politiche furono vinte dalle opposizioni di centrosinistra, unite nella Coalizione democratica slovacca, e il suo leader, il cristiano-democratico M. Dzurinda, fu nominato primo ministro. Nel 1999, dopo l’approvazione della legge sull’elezione diretta del capo dello Stato, fu eletto R. Schuster, ex comunista, leader del Partito della comprensione civica. Pur tra numerose difficoltà, la maggioranza riuscì a procedere sulla strada delle riforme e dell’ingresso nell’Europa comunitaria. Nel 2004 la S. divenne un Paese membro dell’Unione Europea; precedentemente si era avuto anche l’ingresso nella NATO. Nello stesso anno fu eletto presidente il socialdemocratico I. Gašparovič, riconfermato nel 2009.