Slovenia
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Geografia umana ed economica
di Francesca Krasna
Stato dell'Europa centrale. Nei primi cinque anni del 21° sec. la popolazione della Repubblica (1.964.036 ab. al censimento del 2002) è rimasta sostanzialmente stabile, in quanto a un incremento naturale lievemente negativo ha fatto riscontro un altrettanto irrilevante contributo in termini migratori. Il tratto demografico più caratterizzante continua a essere la spiccata omogeneità etnica; il gruppo dominante è, infatti, rappresentato (censimento del 2002) dagli sloveni (83,1%), seguiti a notevole distanza da serbi (2%), croati (1,8%), bosniaci (1,1%), musulmani (0,5%), albanesi (0,3%), magiari (0,3%), macedoni (0,2%), italiani (0,1%) e altri (10,6%). Nel 2004 la popolazione urbana ammontava al 51% di quella complessiva. La capitale Lubiana (266.845 ab. nel 2005) resta il centro di maggior rilievo demografico ed economico, mentre nessuna altra città supera i 100.000 abitanti.
La S. è entrata a far parte dell'Unione Europea (UE) nel maggio 2004, ma la sua stabilità politica e il positivo andamento dell'economia hanno determinato le autorità della UE ad accettare la richiesta d'ingresso del Paese nella zona euro già dal 1° gennaio 2007. Nei primi anni del 21° sec., nell'ottica del perseguimento della piena integrazione nella UE, il Paese ha ottenuto significativi risultati in termini di stabilizzazione delle principali variabili macroeconomiche, realizzando una generale ampia convergenza con i parametri di Maastricht. L'economia ha registrato una dinamica marcatamente positiva con una crescita del PIL particolarmente rilevante nel 2004 (+4,6%). Meno brillante risulta la situazione delle riforme strutturali, la cui attuazione ha subito un rallentamento. L'espansione economica del 2004 è in buona parte dovuta a una ripresa delle esportazioni a fronte di una domanda interna da tempo molto dinamica sia sul piano degli investimenti fissi lordi (+6,8% in termini reali nel 2004) sia sul piano dei consumi privati (+3,5%). In particolare, sul primo aspetto influiscono positivamente soprattutto la realizzazione del piano autostradale nazionale e l'edilizia residenziale. In rallentamento sono invece i consumi pubblici. Ad alimentare le esportazioni sono stati specialmente i prodotti industriali ad alto valore aggiunto. Anche grazie all'inserimento nel meccanismo di tasso di cambio a fluttuazione controllata ERM ii (European Exchange Rate Mechanism) nel 2004, è stato possibile contenere l'inflazione (2,5% nel 2005). Tale risultato è stato favorito anche dall'andamento positivo del settore agricolo, dall'eliminazione dei dazi sulle importazioni UE dopo l'adesione e dagli effetti positivi della concorrenza della grande distribuzione. La dinamica economica espansiva ha, inoltre, permesso di ridurre la disoccupazione, formale e non, con ottimi risultati anche sul fronte di quella di lungo periodo. L'adesione alla UE ha stimolato il commercio estero, modificandone significativamente la struttura. Si è avvertito, infatti, un rallentamento delle esportazioni verso i Paesi dell'ex Iugoslavia e una crescita di quelle verso la UE. Analogamente, anche le importazioni provenienti da quest'ultima area sono sensibilmente cresciute.
bibliografia
P. Panjek, Slovenia, in Est-Ovest. Rivista di studi sull'integrazione europea, 2005, 1, pp. 17-21; P. Panjek, Slovenia, in Est-Ovest. Rivista di studi sull'integrazione europea, 2005, 3, pp. 78-90.
Storia
di Ciro Lo Muzio
Per questa repubblica, indipendente dalla ex Iugoslavia dal 1991 e desiderosa di far valere la propria identità europea sul retaggio balcanico, il 21° sec. si apriva con una crisi di governo (apr. 2000), provocata dalle dimissioni di nove ministri del Partito popolare sloveno (SLS, Slovenska Ljudska Stranka) che, fusosi con il Partito dei cristiano-democratici (SKD, Slovenski Krščanki Demokrati), si alleava, quindi, con il Partito socialdemocratico (SDSS, Socialdemokratična Stranka Slovenije), dando origine alla Coalizione Slovenia (KL, Koalicija Slovenija). A questa apparteneva A. Bajuk, nominato primo ministro di un governo di transizione destinato a durare fino alle elezioni fissate per l'ottobre successivo. Gli scrutini assegnarono 34 seggi alla Liberaldemocrazia slovena (LDS, Liberalna Demokracija Slovenije), 14 alla SDSS, 11 alla Lista unita dei socialdemocratici (ZLSD, Združena Lista Socialnih Demokratov), 9 alla SLS e 8 al Partito dei cristiano-popolari di Nuova Slovenia (NSi, Nova Slovenija Krščanska Ljudska Stranka), partito del quale Bajuk era divenuto segretario (agosto). Nominato primo ministro in novembre, J. Drnovšek veniva poco dopo eletto (al secondo turno) presidente della Repubblica. Il ruolo di primo ministro fu quindi coperto da un altro membro della LDS, A. Rop.
Agli inizi del 2004, la Camera di Stato (Državni Zbor) approvava una legislazione destinata a restituire la cittadinanza a 18.000 individui che, seppur originari di altre repubbliche della ex Iugoslavia, risiedevano in S. nel momento in cui questa otteneva l'indipendenza, in seguito alla quale erano stati cancellati dai registri anagrafici e privati del loro diritto di residenza. Tuttavia, nell'aprile dello stesso anno, in un referendum promosso dalla SLS e da altri partiti della destra, il 94% dei votanti (31% della popolazione avente diritto) si manifestò contrario all'adozione della suddetta legislazione.
Nelle elezioni legislative dell'ottobre 2004 il Partito democratico sloveno (SDS, Slovenska Demokratska Stranka, ridenominazione del vecchio SDSS) ebbe inaspettatamente il sopravvento sul partito leader, la LDS, ottenendo il 29,1% dei voti (29 seggi), contro il 22,8% della LDS (23 seggi). J. Janša, leader della SDS, fu nominato primo ministro e la nuova coalizione di governo fu costituita da SDP, SLS, NSi e Partito dei pensionati (DESUS, Demokratična Stranka Upokojencev Slovenije). Nel febbraio 2005 la Camera di Stato espresse il suo consenso incondizionato sulla ratificazione della bozza della Costituzione europea.
Per quanto riguarda la politica estera, i processi d'integrazione della S. all'Unione Europea e alla NATO avanzavano senza intoppi. In un referendum nazionale (marzo 2003) la popolazione manifestava il suo pieno consenso all'adesione del Paese sia all'UE (89,6% dei votanti) sia alla NATO (66,1%). Nel 2004 la S. entrava ufficialmente nella NATO (marzo) e nell'UE (maggio); le prime elezioni per il parlamento europeo videro, tuttavia, una bassa partecipazione (circa 28%), mentre i contraccolpi economici delle misure rese necessarie dall'adozione dell'euro - che ha sostituito la valuta locale, il tallero (tolar), nel gennaio 2007 - non tardarono a raffreddare gli entusiasmi della popolazione.
I rapporti con la Croazia, con la quale la S. aveva contenziosi territoriali sorti all'indomani dell'acquisizione dell'indipendenza (in particolare la rivendicazione di uno sbocco marittimo da parte slovena, la gestione congiunta della centrale nucleare di Krško e la sovranità su alcuni villaggi di frontiera), ebbero, nei primi anni del 21° sec., un andamento altalenante: migliorati all'indomani della svolta politica portata in Croazia dalle elezioni legislative del 2000, tanto da siglare, l'anno successivo, un accordo che garantiva alla S. l'accesso al mare tramite la Baia di Pirano, ritornarono tesi nel 2003, quando la Croazia annunciò il progetto di creare una zona economica (trasformato, successivamente in un progetto per una riserva marina) nell'Adriatico, minacciando nuovamente di privare la S. dell'accesso alle acque internazionali.