SMOLENSK (XXXI, p. 980)
Smolensk, per il fatto di trovarsi sulla via più diretta dalla Polonia a Mosca, dalla quale dista appena 220 km. e per essere nodo ferroviario importantissimo (vi facevano capo le 5 principali linee della Russia centrale), costituì durante la prima fase della guerra russo-tedesca uno dei principali obiettivi immediati della grande offensiva, dopo la conclusione (11 luglio 1941), dell'accerchiamento di Bialystok, nel quadro delle "battaglie sulla frontiera".
La città era coperta dalla linea "Stalin", i cui capisaldi centrali Vitebsk e Mohilev costituivano l'ostacolo principale che sbarrava la linea di operazioni verso la capitale sovietica. La caduta di tali capisaldi portò per prima conseguenza l'avanzata del gruppo di armate del von Bock su Smolensk e, forzato il Dnepr, il 16 luglio Smolensk, ridotta ad un mucchio di rovine, veniva conquistata nonostante la strenua difesa dei Sovietici. Il Maresciallo Timošenko tentò ripetutamente di riprendere la città; ma i suoi sforzi furono vani. L'avanzata su Vjaz′ma aveva lasciato indietro ad ovest ed a sud di Smolensk un'ampia sacca nella quale i Tedeschi avevano accerchiato 9 divisioni sovietiche. Il rastrellamento di queste divisioni durò 4 settimane. Timošenko, anche qui, tentò con furiosi attacchi di liberare le divisioni accerchiate; ma non vi riuscì. La lotta si concluse con la cattura - in cifra tonda - di 130.000 prigionieri, 3000 carri armati, 3000 cannoni e 1000 apparecchi.
Sino alla grande controffensiva sovietica dell'estate 1943 la regione di Smolensk non fu teatro di operazioni militari. Anche in quella circostanza, Smolensk, come nel 1941, fu una delle direttrici principali della manovra verso occidente. All'inizio della controffensiva, dopo la caduta di Vitebsk, dove passava la linea di contatto, Smolensk il 25 settembre ritornava in potere dei Sovietici.