snodarsi
Affine a ‛ disnodare ' (v.), che appare più volte, s. è usato in Rime CXVI 5 Amor... / dammi savere a pianger come voglia, / sì che 'l duol che si snoda / portin le mie parole com'io 'l sento.
Il dolore si snoda dalla profondità dell'animo del poeta, cioè " si libera ", " riesce a emergere ", e D. invoca il dio d'amore, affinché lo aiuti a esprimerlo a parole proprio come egli lo sente. Passo interessantissimo, che ricorda la ben più famosa terzina di Pg XXIV 52-54. In ambedue i casi, ma forse ancor più nel passo di Rime, D. insiste sulla differenza fra la passione iniziale e la forma espressiva nella quale essa si concreta. Come variante alla forma transitiva, di ciò che vero spirito mi snoda, nella sezione a, in Pg XIV 57 (ma si snoda nel codice Eg).