soccorso
Ricorre sempre in poesia, con la sola eccezione di un esempio nella prosa del Convivio, e vale " aiuto ", " assistenza " prestata a chi ha bisogno o a chi è in pericolo: Rime L 16 sol da voi lo suo soccorso attende: CXVI 70 non spero mai d'altrui aver soccorso; Cv IV XXVII 17 Cefalo d'Atene venne ad Eaco re per soccorso; If II 65 temo... / ch'io mi sia tardi al soccorso levata; Pg XVIII 130 quei [Virgilio] ... m'era ad ogne uopo soccorso; Fiore XXXV 2 e' non sapea ove trovar soccorso. E così in Rime dubbie X 6, Pd XXII 96, Fiore VI 4, XVII 1; anche come invocazione: lo Schifo, soccorso! gridava (CCVIII 14).
Non del tutto chiaro è il valore del sostantivo in If XXIX 81 ciascun [dei falsari] menava spesso il morso / de l'unghie sopra sé per la gran rabbia / del pizzicor, che non ha più soccorso; l'ovvio richiamo al significato di " tentare di difendersi da " che ‛ soccorrere ' (v.) ha in If XVII 47 induce a spiegare, con il Pietrobono, " al quale è impossibile portare riparo alcuno "; la maggior parte dei commentatori più recenti propendono però a dare a s. il senso di " sollievo ", " lenimento " o riportano entrambe le interpretazioni (" non conosce altro rimedio, sollievo ", Sapegno); e si veda in proposito il commento del Mattalia.