social-liberalismo
s. m. Corrente del liberalismo che accoglie principi della cultura socialdemocratica.
• Indicato come padre del cosiddetto «social-liberalismo», in realtà [Pierre] Rosanvallon ha ben poco di liberale. Non ci sono, nel suo pensiero, i presupposti né del liberalismo «classico» e continentale, quello di un Raymond Aron, per intenderci, né, tanto meno, quelli del «neoliberalismo» di Friedrich von Hayek e dei liberisti. Vi sono, invece, una malcelata nostalgia per una sinistra ormai in declino e il sogno utopico di una «società di eguali». (Francesco Perfetti, Giornale, 10 ottobre 2015, p. 32, Album) • Il social-liberalismo o il liberalismo progressista di [Emmanuel] Macron non si è ancora completamente manifestato. Lui non condanna l’arrivo controllato di profughi. Sostiene che può rinvigorire l’Europa. Non vuole frontiere chiuse o socchiuse. Il mondialismo dà fiato alla Francia. Un certo liberismo economico che attenui l’intervento dello Stato (in Francia la spesa pubblica si aggira sul 56% del Pil) sembra far parte del suo programma. Al quale si aggiunge però la sensibilità sociale ereditata da Paul Ricoeur, il filosofo alla ricerca di una terza via tra marxismo e liberalismo individuale. Da giovane Macron fece da archivista a Ricoeur. (Bernardo Valli, Repubblica, 19 giugno 2017, p. 29, Commenti).
- Composto dal confisso social- aggiunto al s. m. liberalismo.
- Già attestato nella Stampa del 7 settembre 1979, p. 13, Libri (Francesco Barone).