NAZIONI, SOCIETÀ DELLE (XXIV, p. 473)
Già nel 1938 l'attività della Società delle nazioni era ridotta a un'attività puramente teorica e priva di qualsiasi possibilità d'intervento effettivo. In occasione della crisi del settembre di quell'anno, essa si limitava a proclamare che il ricorso alla guerra non poteva garantire un'equa soluzione e avrebbe unicamente messo in pericolo l'edificio della civiltà occidentale. Di maggiore importanza era l'attività della Società nel campo tecnico e specialmente in quello sociale e umanitario con la concessione di aiuti alla Cina e con l'istituzione a Londra di un Alto commissario per i rifugiati. Peggiore ancora il bilancio della Società nel 1939: se ne staccarono l'Ungheria, il Perù (13 aprile), l'Albania (14 aprile), la Spagna (8 maggio), il Giappone (10 ottobre) e l'Italia (11 dicembre), quest'ultima definitivamente, essendo scaduto il termine di due anni dal preavviso. Dopo l'aggiornamento dei lavori, decretato il 5 settembre 1939 allo scoppio della seconda Guerra mondiale, l'unica operazione di rilievo fu l'esclusione dell'URSS (14 dicembre), in conseguenza della campagna russo-finlandese. Nel luglio 1940 si ritirarono la Romania e la Danimarca e si dimise il segretario generale J. Avenol; il 19 agosto 1941 si ritirò la Francia, atto sconfessato però da De Gaulle e Giraud nel 1943. Dopo il 1945, in seguito alla costituzione ufficiale delle N. U., essa divenne un pleonasmo, e tutti i 34 stati rimasti aderenti al Patto, dopo aver risolto la complessa questione dei beni della S. d. N., trasferendoli alle N. U., il 18 aprile 1946 dichiararono lo scioglimento ufficiale della S. d. N. Dei riumerosi organi societarî, l'unico sopravvissuto alla guerra e alla fine della Società è stato l'Ufficio internazionale del lavoro, trasferito nel corso della guerra a Montreal (Canada) e passato successivamente alle dipendenze delle N. U. come OIL (v. lavoro, in questa App.).