SOCRATE (Σωκράτης, Socrates)
Filosofo greco nato ad Atene nel 470-69 e qui morto nel marzo del 399 a. C. in seguito a condanna a causa del suo insegnamento. S. era figlio di un Sophroniskos scultore (Diog. Laert, ii, 18; Valer. Maxim., iii, 4) e vi era la tradizione che avesse in gioventù esercitato anch'egli l'arte paterna. Si attribuiva a lui un rilievo con le Canti, che si trovava ad Atene (Schol. Aristoph., Nub., 773; Paus., 1, 22, 8; ix, 35, 3; Sud., s. v. Σωκράτης, ecc.); ma la critica recente tende ad attribuirlo allo scultore S. di Tebe (v. sokrates). Per quanto si riferisce al suo aspetto fisico, lo stesso S., nelle opere dei discepoli, si descrive simile a un sileno (Plat., Symp., 215 b; cfr. Xen., Symp., v, 5.7). Il suo naso era camuso, gli occhi rotondi e sporgenti, la bocca larga, le labbra tumide; corpulento, e "simile a una rana" (Plat., Theait., 143 e; Menon, 8o a; Xen., Symp., iv, 19; v, 5.6; Aristot., Hist. anim., 491 b, 17).
Una statua di bronzo del filosofo, seduto, fu dedicata dagli Ateniesi dopo la morte di lui, e sarebbe stata opera di Lisippo (Diog. Laert., ii, 43). Il lungo spazio di tempo compreso tra gli anni immediatamente successivi la morte di S. e quindi la dedica della statua, e la piena attività di Lisippo, rende problematica la notizia. L'attribuzione di numerosi ritratti a S. è stata possibile attraverso quelli tra essi forniti di iscrizione (tra i quali un'erma del Museo Nazionale di Napoli che reca inciso un brano del Critone: 46 b). Tutti i ritratti, copie di originali perduti, presentano gli elementi fisionomici ricordati dalle fonti.
I problemi della iconografia del filosofo sono resi estremamente complessi dal notevole numero di copie e di varianti dei ritratti, diffusi largamente nel mondo antico, e che spesso non permettono di risalire agli originali dai quali derivano. Le sculture sono state raggruppate in tre tipi.
Per le teste ritratto, esiste nella maggioranza degli studiosi un accordo per quanto riguarda i primi due tipi. Il primo rappresenta S. con una fisionomia genericamente silenica, una caratterizzazione incerta, i capelli e la barba composti e ripartiti simmetricamente. L'affinità con opere attribuite a Silanion (v.), e in particolare il ritratto di Platone (v.), hanno suggerito di attribuire l'originale a quello scultore; la datazione, compresa tra il 390 e il 380 circa a. C., permette di riconoscere nell'opera quella dedicata dagli Ateniesi poco dopo la morte di Socrate.
Una intensa revisione della iconografia del filosofo si ha nei ritratti attribuiti al secondo tipo. I caratteri suenici del ritratto precedente sono individualizzati: la fronte alta, gli occhi mobili, la bocca dischiusa, i capelli e la barba scomposti servono a cogliere il personaggio in un atteggiamento di intensa speculatività, nella quale traspare l'ironia socratica. Si tratta di un ritratto di ricostruzione dovuto senza dubbio ad un artista di altissima qualità. L'attribuzione a Lisippo di questo secondo tipo è confermata dal confronto con opere della piena maturità dello scultore; l'originale dal quale dipendono le copie sino a noi conservate, deve essere datato attorno al 330 a. C.
Un terzo tipo, documentato da un'erma della Villa Albani (considerata da alcuni settecentesca, comunque molto rilavorata), richiama caratteri del tipo più antico, rielaborati con gusto barocco e potrebbe fare pensare all'ambiente dell'Asia Minore e delle isole adiacenti nell'ultimo ellenismo.
Il problema della iconografia di S. si complica quando si cerca di ricostruire le figure cui le teste appartenevano. Una statuetta del British Museum mostra il filosofo in piedi, coperto dallo himàtion, fermo sulla gamba sinistra, il volto fisso avanti quasi nell'attimo di una discussione; da questo tipo iconografico derivano probabilmente rappresentazioni più tarde (v. diotima). Un torso della Gliptoteca di Copenaghen appare in antiche stampe completato con un ritratto di S. del secondo tipo: rappresenta il filosofo seduto, vestito di himàtion, in atteggiamento dialettico. F. Poulsen ha ricostruito la statua attribuendola a Lisippo. Poichè anche nella statuetta di Londra la testa appartiene al cosiddetto secondo tipo, Lisippo sembrerebbe essere stato autore degli originali dai quali dipendono ambedue i tipi iconografici.
Una serie di ipotesi sono state fatte sulle sculture; secondo alcuni, Lisippo avrebbe creato la sola statua stante, e la pertinenza della testa al torso seduto, quale compare nella stampa, sarebbe solo ipotetica; secondo altri la statuetta di Londra sarebbe un pasticcio di età romana. In realtà ambedue i tipi iconografici mostrano precisi caratteri lisippei, ma un argomento che non può essere trascurato può essere invocato in difesa del tipo seduto: esso condiziona infatti tutte le successive rappresentazioni di filosofi e compare in numerose varianti e rielaborazioni sino ad età tarda su rilievi e sarcofagi. Il tipo stante appare invece più raramente. Concludendo, sembrerebbe di poter attribuire a Lisippo la creazione del tipo di S. seduto, quanto a quello stante si potrebbe pensare ad una creazione di scuola lisippea, tenendo presente la enorme fortuna che il pensiero socratico, e pertanto la iconografia del filosofo, ebbero nel mondo antico.
La testa di S. compare, in generale nello schema del secondo tipo su gemme e su un contorniato (v.). È probabilmente da identificarsi tra i filosofi che compaiono su sarcofagi romani del III sec. d. C. (per esempio nel cosiddetto sarcofago di Plotino: v. vol. vi, fig. 1135).
Bibl.: J. J. Bernoulli, Griech. Ik., I, Monaco 1901, p. 184 ss.; R. Kekulè, Bildnisse des Sokrates, in Abh. Berl. Akad., 1908; F. Poulsen, From the Collection of the Ny Carlsberg Glyptothek, I, Copenaghen 1931, p. 28 ss.; II, ibid., 1939, p. 169 ss.; L. Laurenzi, Ritratti Greci, Firenze 1941, p. 37; 66; 67; 91, n. 16; 104, n. 39; 134, n. 106; 141; K. Schefold, Die Bildnisse der Antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, p. 68, 82, 84; V. Poulsen, Glyptothèque Ny Carlsberg, Les Portraits Grecs, Copenaghen 1954, p. 44, n. 16; p. 79, n. 54; K. Schefold, Sokratische Wolkenverehrer, in Antike Kunst, II, 1959, p. 21 ss. Recentemente è stata scoperta ad Efeso, in una casa del I sec. d. C. una pittura che rapprsenta S. (come indicato da una iscrizione). La figura presenta notevoli analogie con quella ricostruita da F. Poulsen e attribuita a Lisippo (Ill. London News, 14, XII, 1963, n. 6489); G. M. A. Richter, A new Portrait of Socrates, in Essays in memory of K. Lehmann, New York 1964, p. 267 ss.; id., The Portraits of the Greeks, I, Londra 1965, p. 109 ss.