soffolcere (soffolgere; per lo scambio fra -c-e-g- palatali, v. Parodi, Lingua 230-231)
Ha costruzione pronominale in If XXIX 5 perché la vista tua pur si soffolge / là giù tra l'ombre triste smozzicate?, a proposito del quale luogo nota l'Anonimo: " ‛ Soffolge ' viene da questo verbo ‛ suffulceo ' in grammatica che sta per ‛ affisare ' ". In verità il verbo latino da cui potrebbe dipendere s. è suffulcire, che originariamente vale " sostentare ", " puntellare "; " si appoggia e ficca " spiega infatti il Landino, seguito dal Daniello (" si appoggia e sostenta "), dal Lombardi, dal Cesari, dall'Andreoli. Allo stesso senso porta la chiosa del Tommaseo: " Ferma, latino ‛ haeret '. La vista fermandosi nell'oggetto, pare che in esso s'appoggi, s'appunti ".
Di diverso parere V. Rossi, il quale riallaccia s. a ‛ soffolto ', forma arcaica di ‛ folto ' (donde gli antichi risalivano a suffulcire), e lo intende come " mettersi nel folto ", quasi " infoltarsi ", rendendo così ragione del tra, difficilmente giustificabile con le comuni interpretazioni. Su questa strada si era già messo il Parodi (cfr. Lingua 284) in base a testimonianze di Ristoro d'Arezzo e Guido da Pisa. Ricordiamo infine la tesi di A. Ranieri, che collega ‛ soffolce ' a subfulget, " volge i suoi raggi, il suo acume visivo ", tesi alla quale lo stesso Parodi accordava qualche credibilità (cfr. Lingua 230 n. 59).
Per Pd XXIII 130 Oh quanta è l'ubertà che si soffolce / in quelle arche ricchissime (dove il verbo è ancora in costrutto pronominale), il contesto porta a un significato sul tipo di " si ripone ", " si accumula ", forse secondo la proposta del Tommaseo: " il contenente regge ciò che cape in esso. In altro senso, dell'acqua, Ambrogio (Hexaëmeron): ‛ Terras necessario suffulcit humore '. Lucr. IV: ‛ Cibus suffulciat artus ' ".