Vedi SOFIANA dell'anno: 1966 - 1997
SOFIANA (v. vol. VII, p. 388)
v. vol. VII, p. 388 Le indagini condotte da Adamesteanu a S. hanno consentito di accertare la presenza di diverse fasi di vita succedutesi senza vistose interruzioni dalla prima età imperiale all'epoca di Federico II, come testimoniano i numerosi materiali e le molte monete rinvenute.
La successione delle fasi, ancora non perfettamente specificabile nel dettaglio, suggerisce interessanti confronti con quanto va emergendo negli scavi che parallelamente vengono condotti nella vicina Villa del Casale di Piazza Armerina (v.).
L'estensione dell'abitato, non ancora definibile, è tuttavia desumibile dalla disposizione dei sepolcreti e dalla fitta dispersione di materiale in superficie.
Alcuni saggi in profondità e materiali di risulta rinvenuti negli strati superiori lasciano ipotizzare una frequentazione di epoca arcaica, classica ed ellenistica, interpretabile probabilmente in relazione a una delle numerose fattorie dell'entroterra geloo. Da segnalare anche la sporadica presenza di frammenti di ceramica di tipo castellucciano.
La prima fase documentata monumentalmente e organizzata secondo uno schema urbanistico regolare è databile agli inizî dell'epoca imperiale; di questo periodo sono i resti di un impianto termale, parzialmente indagati al di sotto delle terme di IV sec. d.C., e una serie di strutture - case e botteghe - aperte su strade in parte lastricate e in parte battute, con lo stesso orientamento delle prime terme; in questa fase si può collocare anche il muro di cinta settentrionale dell'abitato, rinvenuto nell'ultima campagna di scavo e che ha subito un consistente rimaneggiamento in un momento successivo all'inizio del II sec. d.C.
A questo periodo appartengono le tombe scavate nelle necropoli settentrionale e orientale ancora inedite.
Gli scavi hanno messo in luce quasi ovunque una fase di abbandono del sito, collocabile nel corso del III sec. d.C., che ha consentito il formarsi di uno spesso strato di interro sul quale si è costruito il grande impianto termale tardoantico, con orientamento ruotato rispetto al precedente, e che ha comportato considerevoli modifiche nelle case e nelle botteghe messe in luce.
I dati di scavo e le tombe, meno numerose in quest'epoca, sembrano testimoniare una fase ristretta dell'insediamento, ridotto forse a statio del praedium omonimo. Questa fase è parallela a quella della grande Villa del Casale, che un filone di ricerca vuole riconoscere come dimora del proprietario dei praedia Philosophiana, anche se non si è mai rinvenuto al Casale alcun laterizio con il bollo FIL SOF.
Nei vani delle terme si impiantano successivamente modeste abitazioni con numerosi forni e una piccola basilica, testimoni, insieme con la grande basilica extraurbana e le ricche necropoli, di una fiorente fase paleocristiana e bizantina che costituisce un'importante conferma archeologica del quadro che si può ricavare per la massa geloa dalle lettere di Gregorio Magno.
Le numerose monete di Costante II ed Eraclio emesse per lo più dalle zecche di Catania e Siracusa, rinvenute negli strati superficiali delle terme, datano questa fase nel VII sec., ed è a questo periodo che può assegnarsi la notevole brocca sovradipinta con uccelli proveniente dalla tomba XLII del cimitero orientale.
La vita della basilica extraurbana, documentata dalle tombe circostanti, prosegue fino alla piena età medievale, così come la frequentazione del sito, almeno nelle aree finora indagate; allo strato bizantino segue, infatti, un livello caratterizzato da muretti incoerenti posati su terra, da ceramica invetriata di tipo arabo-normanno e da numerose monete di Federico II e Guglielmo II; in questo strato si è rinvenuta anche una moneta di vetro dell'emiro egiziano Ibrahim dell'XI sec. d.C.
Successivamente il sito viene abbandonato in favore della più protetta rocca di Mazzarino; tracce di frequentazione più tarda si riscontrano solo nell'area della basilica dove sono state rinvenute monete angioine del XVI secolo.
Bibl.: S. L. Agnello, Architettura paleocristiana e bizantina in Sicilia, in CorsiRavenna, IX, 1962, p. 56; D. Adamesteanu, Nuovi documenti paleocristiani nella Sicilia centro-meridionale, in BdA, XLVIII, 1963, pp. 259-274; L. Bonomi, Cimiteri paleocristiani di Sofiana (retroterra di Gela), in RACrist, XL, 1964, pp. 169-220; S. L. Agnello, Notarella sulla basilica paleocristiana di Sofiana, in Palladio, XVII, 1967, pp. 169-170; D. Adamesteanu, Sofiana. Scavi 1954 e 1961, in CronAStorArt, XXIII, 1984, pp. 74-83; F. La Torre, Gela sive Philosophianis (It. Ant., 88, 2): contributo per la storia di un centro interno della Sicilia romana, in QuadMess, IX, 1994, in corso di stampa.
(E. De Miro)