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sofista

Enciclopedia Dantesca (1970)
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sofista


Solo in Pd XXIV 81 Se quantunque s'acquista / giù per dottrina, fosse così 'nteso, / non lì avria loco ingegno di sofista. Ascoltate le risposte date da D. riguardo alla fede con il riconoscimento da parte del poeta della funzione di principio di argomentazione proprio di essa (e degli articoli nei quali prende corpo) nell'ambito della teologia, s. Pietro osserva che, se nell'insegnamento di una qualsiasi materia si procedesse in termini così chiari e corretti, non vi sarebbe luogo per argomentazioni sofistiche, frutto dell' ‛ abilità ' (ingegno) del sofista.

Il termine in D. e nei commentatori antichi ha una connotazione negativa, secondo la tradizione più propriamente aristotelica; lo Stagirita insegnava infatti che la sofistica è una sapienza apparente (Metaph. IV 2, 1004 b 17; De soph. el. 1, 165 a 21-23), giacché le argomentazioni di cui si serve sono quelle che muovono da principi apparenti, che non sono veri e necessari (e quindi non sono principi di scienza [v.]), e neppure probabili (e perciò non sono principi di argomentazione dialettica; v. PROBABILE). La sofistica (e il s.) perciò tratta dell'accidentale e del non essere (Metaph. VI 2, 1026 b 15 e XI 8, 1064 b 29). Si veda, su questa linea, il Liber de scientiis di al-Fārābï, tradotto nel sec. XII da Gerardo da Cremona (ediz. Gonzales Palencia, Madrid-Granada 1953², 138-139): " Et sermones quidem sophistici sunt quorum proprietas est ut errare faciant et deviare et occultent. Quare aestimari faciunt in eo qui non est verum et in eo qui non est sapiens quod est sapiens provectus et faciunt opinari de eo qui est sapiens scientes quod non est ita. Et hoc quidem nomen, scilicet, sophystica, est nomen virtutis qua homo potest facere errare et decipere et occultare cum sermone et deceptione aut in se ipso quod est habens sapientiam et scientiam et bonitatem, et in alio quod habet diminutionem praeter quod sit ita in veritate aut in sententia vera quod non est vera, et in ea quod non est vera quod est vera... Et omnis cui inest virtus ad decipiendum aut ad faciendum errare cum sermone in qualibet re nominatur hoc nomine et dicitur sophysta... Ille ergo cui inest haec virtus et ars est sophysta, et eius virtus est sophistica; et operatio eius procedens ab ipsius virtute est opus sophistae "; cfr. anche Uguccione da Pisa (Derivationes): " Sophista, -ae, idest loquendo deceptor, verborum intricator, apparens sapiens sed non existens. Unde sophisticus, a, um, fraudolentus, deceptorius ". Tuttavia il termine ha anche un valore positivo, come rileva Uguccione (" Et nota quod sophista quandoque accipitur pro sapiente vel sapienter loquente et praecipue apud antiquos ", ibid.), corrente nel Medioevo nei secoli XIII (v. LOICO, e ivi il testo cit. di Salimbene) e XIV-XV.

Vocabolario
sofista
sofista s. m. e f. [dal lat. sophista, gr. σοϕιστής, der. di σοϕίξεσϑαι; v. sofisma] (pl. -i). – 1. Filosofo appartenente alla scuola sofistica presocratica (v. sofistica): Gorgia e Protagora furono i più celebri sofisti. Nelle università...
sofìstico
sofistico sofìstico agg. [dal lat. sophistĭcus, gr. σοϕιστικός, der. di σοϕιστής «sofista»] (pl. m. -ci). – 1. a. Che rappresenta o contiene un sofisma: un ragionamento s.; argomentazioni, dimostrazioni sofistiche. b. Dei sofisti, da sofista:...
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