ANGUISSOLA, Sofonisba
Pittrice, nata a Cremona intorno al 1528 da Amilcare e da Bianca Ponzoni, fu educata alla pittura da Bernardino Campi (1546-50) e quindi da Bernardino Gatti detto il Soiaro. Poco dopo la metà del Cinquecento aveva rinomanza anche nel mondo degli artisti (Fr. Salviati, Michelangelo e Vasari), tanto che nel 1559 fu invitata a recarsi in Ispagna. Vi andò l'anno seguente, accolta con onori alla corte di Filippo II, e vi esercitò soprattutto l'arte del ritratto, per la quale già in patria aveva dimostrato specialissime attitudini. Nel 1580 la troviamo a Palermo, moglie di Don Fabrizio Moncada che aveva sposato durante il soggiorno spagnolo; poi (1585) a Genova moglie in seconde nozze di Orazio Lomellino. Sembra che nel 1585 diventasse cieca. Tornò più tardi a Palermo, dove la vide a novantasei anni Antonio Van Dyck che la ritrasse in un disegno (del 12 luglio 1624), ora presso il duca di Devonshire a Chatsworth, attorno al quale scrisse parole di calda ammirazione per la vegliarda, definendola pittrice de natura et miraculosa. A Palermo l'A. morì, e in S. Giorgio dei Genovesi, dove fu seppellita, il Lomellini le dedicò l'anno 1632 una pietra tombale. Attraverso l'educazione eclettica del Campi la pittrice sentì sobriamente l'influsso della scuola di Raffaello e del Parmigianino; per mezzo del Soiaro, l'arte dolcemente sensuale del Correggio, tendenze riflesse in qualche raro quadretto religioso del primo tempo (Pietà di Brera a Milano; Sacra Famiglia nell'Accademia Carrara di Bergamo). Ma l'A. fu principalmente ritrattista, come fu detto, manifestando per tempo tale sua inclinazione (ritratto della sorella Elena nella raccolta Yarborough a Londra, 1551; autoritratto a Vienna, 1554; ritratto del padre, del fratello Asdrubale e dello sorella Minerva nella raccolta Hage a Nivaagaard in Danimarca, nel 1555 e delle tre sorelle che giuocano a scacchi nella galleria Raczynski a Poznań, veduti i due ultimi a Cremona dal Vasari del 1568). In questa sua attività dimostra solida fattura e spontaneità considerevoli, subendo il preponderante influsso dei Veneti, sull'esempio dí Giulio Campi, non disgiunto da risonanze dei maggiori maestri emiliani. In Spagna invece, a contatto coi grandi artisti che vi operavano, modificò alquanto il suo stile, come ad esempio nel ritratto di frate della collezione Cook a Richmond, già attribuito allo Zurbarán. (V. tav. LXXVIII).
Amilcare Anguissola ebbe, dopo Sofonisba, altre cinque figliuole che si diedero all'arte o alle lettere, ma in modo alquanto dilettantesco: Elena, allieva con la sorella maggiore di B. Campi, che finì monaca nel monastero di S. Vincenzo a Mantova (vivente ancora nel 1584); Lucia, anch'essa pittrice, che apprese l'arte da Sofonisba e morì giovane nel 1565; Minerva, che fu letterata; Europa, pure pittrice, sposatasi al cremonese Carlo Schinchinello; Annamaria, ritrattista vissuta lungamente in patria, moglie di Giacomo Sommi.
Bibl.: A. Campo, Cremona Illustrata, Cremona 1585; H. Posse, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907; N. T[archiani], in Il ritratto italiano, Bergamo 1927 (con accurata bibliografia).