soft economy
loc. s.le f. inv. Economia dolce e immateriale, basata sulla conoscenza, sulla valorizzazione dell’identità delle comunità e dei territori e sul rispetto dell’ambiente.
• la proposta della Regione, avanzata dall’assessore alle Politiche degli enti locali Flavio Silvestrin, è quella di una formula che intende coniugare rispetto per la natura e salvaguardia dell’ambiente con gli elementi tipici della moderna soft economy: uno sviluppo a basso impatto, che sia capace di esaltare risorse, produzioni locali, e sperimentazioni legate alla bioedilizia, mantenendo integro l’ambiente e preservando la biodiversità, e facendo in modo che il parco non diventi un luogo dove sia impossibile muoversi. (Silvia Vivaldi, Adige, 22 agosto 2007, p. 38, Basso Sarca e Ledro) • [tit.] Soft economy inaspettata risorsa per l’industria [testo] La domanda è: Torino e il Piemonte possono vivere senza industria o, per lo meno, con l’industria ridotta al minimo? La questione, all’apparenza, sembra la stessa da anni: ripetitiva, opprimente. E non solo perché acuita dagli esiti della recessione e dalle scelte della Fiat-Chrysler globale di Marchionne. Tuttavia, chiedersi se il futuro di questa regione a vocazione manifatturiera debba essere la «soft economy» ha un senso? (Francesco Antonioli, Sole 24 Ore, 13 giugno 2012, p. 44, Piemonte) • Appare allora evidente come non ci sia contraddizione fra il radicamento territoriale e la spinta verso un’internazionalizzazione sempre più vigorosa. Le basi locali, al contrario, saranno irrobustite solo da una maggiore capacità di parlare al mondo e di inserirsi nei suoi nuovi circuiti di consumo. È la proiezione internazionale che, sola, può consolidare le radici d’origine, altrimenti divelte dalla globalizzazione. Torino si presenta come lo scenario e il contesto ideale per combinare il passato con una prospettiva di futuro, in cui si fondono la reindustrializzazione e la soft economy di oggi. (Giuseppe Berta, Repubblica, 12 marzo 2013, Torino, p. I).
- Espressione inglese composta dall’agg. soft ‘leggero, dolce’ e dal s. economy ‘economia’; titolo del libro di Antonio Cianciullo e Ermete Realacci, Soft economy, Milano 2005.