software libero
software lìbero <sòftu̯eë ...> (it. <sòftu̯er ...>) locuz. sost. m. – Software la cui versione eseguibile è rilasciata insieme al codice sorgente (la struttura elementare che compone i programmi) e a una licenza che ne consente l'esecuzione, la copia, la modifica, la redistribuzione e la vendita, nel rispetto dei termini originari con cui è stato inizialmente distribuito; spesso viene anche detto, seppure impropriamente, Open source software (OSS). Attorno a tale approccio si è sviluppato specialmente a partire dagli anni Novanta del secolo scorso un movimento mondiale che ha coinvolto molti programmatori desiderosi di realizzare, in modo gratuito e comunitario, software che potesse rivaleggiare con quello proprietario e a pagamento. Storicamente, la nascita del movimento per il s. l. può farsi risalire al 1983, quando Richard Stallman annunciò la nascita del progetto GNU/GPL (General public license), che diede inizio allo sviluppo di un sistema operativo senza copyright (definito appunto copyleft) e al progetto utopico di assicurare software gratuito a tutti. Oggi il free software ha raggiunto un ampio mercato, soprattutto in particolari settori collegati alla rete (come i server Apache, i database MySQL e alcuni linguaggi di programmazione). Forse il risultato più significativo ottenuto dal movimento del s. l. è stata la diffusione del sistema operativo GNU/Linux attraverso le sue distribuzioni come Debian, Fedora o Ubuntu, tanto che oggi molte grandi aziende di software come IBM o Sun microsystems ne riconoscono la fondamentale importanza. Tra le principali applicazioni di tipo free software vanno ricordate le interfacce GUI come X Window, GNOME o KDE, i browser Mozilla firefox o Google chrome, il pacchetto di applicativi per ufficio come OpenOffice, programmi per la preparazione di documenti come LaTex, software per il peer-to-peer file sharing come Shareaza, compilatori e interpreti come gcc, web server come Apache.