SOIDAS (Σοΐδας)
Scultore di Naupatto, attivo in Etolia nella prima metà del V sec. a. C.
È ricordato da Pausania (vii, 18, 8 s.) come autore, insieme a Menaichmos, della statua crisoelefantina di Artemide Làphria, portata da Kalydon a Patrasso per opera di Ottaviano. Menaichmos e S. sono detti da Pausania di età non molto più tarda che quella di Kanachos di Sicione e Kalon di Egina, attivi alla fine del VI sec. a. C.; si tratta dunque di artisti operanti all'inizio del V sec. (Raubitschek) o qualche decennio più tardi (Poulsen, Lippold), ai quali è difficile poter riferire il tipo di Artemide cacciatrice noto dalle monete di Patrasso (v. menaichmos).
Bibl.: v. menaichmos; inoltre: J. Overbeck, Schriftquellen, n. 479; P. Gardner, New Chapters in Greek Art, Londra 1926, p. 182 ss.; F. Poulsen, K. A. Rhomaios, Erster vorläufiger Bericht über die danisch-griechischen Ausgrabungen von Kalydon, Copenaghen 1927, p. 20, n. i; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XV, 1931, col. 702, s. v. Menaichmos, n. 4; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXI, 1937, p. 218, s. v.; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 102; K. Raubitschek, Dedications from the Athenian Akropolis, Cambridge Mass. 1949, p. 508 ss.; G. Lippold, Griechische Plastik, in Handbuch d. Arch., III, i, 1950, p. 113 s.