SOLDO, SOLDINO, SOLDONE
Il soldo, ventesima parte della lira ideale del sistema carolingio, divenne moneta reale quandro il denaro, diminuito di peso per il cresciuto valore dell'argento, rese necessaria la creazione di una specie più grossa e pesante che fu appunto il denaro grosso del valore di 12 denari o ventesimo della lira (c. denaro; grosso). Sarebbe molto lungo fare la storia di questa moneta che, attraverso innumerevoli variazioni, anche oggi rimane la ventesima parte della lira. Con l'andare del tempo la divisione duodecimale della lira derivante dal sistema carolingio venne sostituita da una divisione decimale che ebbe il suo massimo sviluppo con l'azione dello scudo romano da dieci paoli o cento baiocchi e di quello toscano pure da dieci paoli. A queste due monete che correvano nella maggior parte dell'Italia centrale si accostavano come peso e intrinseco quelle degli altri stati della penisola; non fu quindi difficile il passaggio all'unificazione perché tutte avevano la frazione del soldo sia da 12 denari o 3 quattrini sia di un decimo del paolo.
Quando per il noto fenomeno dell'aumento di valore dell'argento anche il soldo divenne di proporzioni e peso esigui, fu detto soldino, e quando all'argento si sostituì la lega o il rame e la moneta divenne più grossa si chiamò soldone specialmente a Venezia (vedi baiocco). Bisogna qui far ricordo anche del soldo d'oro in quanto da esso, che era l'aureo dell'impero romano, trassero, specialmente dalla sua frazione del tremisse, la loro base e la loro forma le monetazioni barbariche dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi.
Bibl.: E. Martinori, La moneta, ecc., Roma 1915, s. v.