SOLI MURATORI, Giovanni Francesco
SOLI MURATORI, Giovanni Francesco (Gianfrancesco). – Nacque a Vignola il 10 settembre 1701 da Domenico Soli e da Domenica Muratori, sorella dell’erudito Ludovico Antonio. All’atto del battesimo, i genitori gli imposero il nome di Giovanni Francesco Nicolò.
Dopo le prime nozze, che diedero i natali a Gianfrancesco e a suo fratello Antonio Fortunato, il padre, rimasto vedovo, si risposò con Antonia Domenichini. Dall’unione discesero Giuseppe, che sarebbe diventato sacerdote, e Geminiano, capitano d’armi a Vignola e guardia del duca Francesco III.
Sulle orme dello zio a cui legherà stabilmente il proprio nome, Gianfrancesco intraprese la vita religiosa. Il 22 settembre 1724 il vescovo di Modena, Stefano Fogliani, gli accordava il permesso di ricevere l’ordinazione nella vicina diocesi di Reggio Emilia, dove venne consacrato il giorno successivo. Dottore utriusque iuris, l’11 dicembre 1733 subentrò allo zio nel beneficio di S. Maria di Pomposa, una chiesa nell’area urbana di Modena, di cui sarebbe rimasto parroco fino alla morte. Analogo fu l’avvicendamento nel ruolo di archivista degli Este, che Muratori trasmise al nipote.
Il 3 febbraio 1750, a dimostrazione di un rapporto strettissimo e della volontà di perpetuare la tradizione familiare, Gianfrancesco e il fratello, Antonio Fortunato, ottennero un chirografo ducale che li autorizzava ad assumere il cognome dello zio. Per mantenere in vita l’opera e il nome di quest’ultimo, Soli (da allora Soli Muratori) si prodigò per portare a termine il lavoro di traduzione, dal latino all’italiano, delle Antiquitates Italicae, che, al momento della sua scomparsa, Muratori aveva pressoché completato. Affidate le dissertazioni 69 e 70 all’intellettuale modenese Pietro Ercole Gherardi, curò in prima persona la versione italiana dell’introduzione. Nel 1751 comparvero così le Dissertazioni sopra le antichità italiane: nell’avvertenza ai lettori, Soli si premurò di precisare che l’autore aveva talora apportato correzioni, aggiunte e varianti rispetto al testo latino, segnalando in tal modo la presenza di elementi di originalità.
Nel 1756, diede alle stampe la Vita del proposto Lodovico Antonio Muratori (Venezia, Pasquali), la sua opera più celebre, ampiamente ispirata dalle memorie autobiografiche redatte dallo stesso Muratori e custodite da Soli. Alcuni anni più tardi, intorno al 1763, consegnò poi ai torchi una Lettera apologetica diretta ad Angelo Calogierà (datata 10 settembre 1762), a commento degli Annali letterari di Francesco Antonio Zaccaria.
La maggior parte dei suoi lavori rimase tuttavia inedita. Tra i manoscritti, conservati presso la Biblioteca Estense, si segnalano le Questioni intorno alla precedenza dei parrochi della città di Modena sui mansionari del Capitolo della cattedrale, le Notizie intorno a famiglie modenesi e le Memorie di Fabrico (attuale Fabbrico, nella campagna reggiana). Di tenore analogo fu anche la Storia di Modena, corredata da numerosi studi preparatori, che Soli non licenziò mai. Il testo, fittamente postillato, ripercorre le vicende cittadine dalle origini al 1742. Redatta con ogni evidenza intorno agli anni Quaranta del Settecento, l’opera venne composta sulla falsariga della produzione di Ludovico Antonio Muratori, in particolare delle Antichità estensi e degli Annali d’Italia (allora in preparazione).
Da ricondurre alle sue ricerche e all’attività di cultore del lascito muratoriano è inoltre l’intenso scambio di informazioni che ebbe con eruditi e letterati dell’epoca.
Come si evince dalle lettere conservate presso il suo archivio, intrattenne rapporti con circa quattrocento corrispondenti. Tra i nomi di maggiore rilievo, molti personaggi che già avevano carteggiato con lo zio: Enrico Enriquez, Giovanni Maria Mazzuchelli, Scipione Maffei, Giuseppe Antonio Sassi, Lazzaro Spallanzani, Fortunato Tamburini, Bernardo Tanucci, Antonio Vallisneri, Apostolo Zeno e gli stampatori Giovanni Battista Pasquali e Giovanni Battista Recurti.
Il 23 settembre 1769, ormai costretto a letto dalla malattia, redasse il proprio testamento. Dispose di essere sepolto nella chiesa di cui era prevosto, nella quale si sarebbero dovute celebrare mille messe di suffragio per la sua anima. Lasciò una cospicua offerta per i poveri della parrocchia e, stabiliti alcuni censi a favore della cognata, Angela Termanini (autrice dei primi ritratti a olio di Ludovico Antonio Muratori), e dei fratelli Giuseppe e Geminiano, designò come erede universale l’amato nipote Pietro Francesco Muratori, figlio del fratello di primo letto, Antonio Fortunato, e della cognata Angela.
Ricevuti i conforti spirituali, si spense il 29 settembre. Fu inumato, secondo le sue volontà, nella chiesa di S. Maria di Pomposa.
Fonti e Bibl.: Per la nascita e il battesimo: Archivio parrocchiale di Vignola, Libro VI dei Battezzati dal 1664 al 1706, c. 250v; per l’ordinazione sacerdotale: Archivio storico diocesano di Modena-Nonantola, Ordinazioni, Registro XX1, 1717-1742, c. 72v; per il suo ingresso come parroco della chiesa di S. Maria di Pomposa: ibid., Acta beneficialia, b. 63, f. 24; l’atto di morte si trova ibid., Parrocchie soppresse, S. Maria di Pomposa, Registro dei morti 1760-1773, p. 70. Il suo testamento è conservato, assieme a molte altre carte amministrative e rogiti in Biblioteca Estense di Modena, Archivio Soli Muratori, b. 15.3, f. 5.
L.A. Muratori, Dissertazioni sopra le antichità italiane, Milano [Venezia] 1751; Gian Francesco Soli Muratori, Vita del proposto Lodovico Antonio Muratori..., Venezia 1756; Id., Lettera apologetica, e critica scritta dal proposto G.-F. S. M. al reverendissimo p. abate D. Angelo Calogierà, s.n.t. (la Lettera, pubblicata sul finire del 1763, come si evince dalla datazione del post scriptum posto in chiusura, comparve anche in Opere tutte tanto edite che inedite del proposto Lodovico Antonio Muratori, I, Arezzo 1767, pp. 397-426); G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, V, Modena 1784, p. 134; Archivio Muratoriano [...] per cura di L[uigi] V[ischi], Modena 1872, pp. XIII-XXII; L.A. Muratori, Scritti autobiografici, a cura di T. Sorbelli, Vignola 1950; P. Rocca, Lettere di G.F. S. M. a Giuseppe Antenore Scalabrini, in Atti e memorie della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, n.s., V (1950), pp. 213-218; A. Burlini Calapaj, Le Antiquitates Italicae Medii Aevi. Storia della formazione e della redazione del testo, in Per formare un’istoria intiera. Testimoni oculari, cronisti locali, custodi di memorie private nel progetto muratoriano, Atti della I Giornata..., Vignola 1991, Firenze 1992, pp. 1-62 (in partic. pp. 44-47).