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solipsismo

Dizionario di filosofia (2009)
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solipsismo


Dal lat. solus «solo» e ipse «stesso». L’atteggiamento di chi risolve ogni realtà in sé medesimo, o dal punto di vista pratico (ponendo a metro delle azioni il proprio interesse personale) o da quello gnoseologico-metafisico (considerando l’Universo come semplice rappresentazione della propria, particolare coscienza). Nel Settecento esso ha piuttosto il primo significato (in questo senso lo usa Kant, che definisce solipsista colui che assume quale metro delle proprie azioni soltanto il proprio interesse personale), il secondo essendo espresso dal termine egoismo logico o teoretico. Nell’Ottocento, al contrario, di egoismo si parla soprattutto in senso etico, di s. in senso gnoseologico-metafisico. È soprattutto in quest’ultima accezione, comunque, che il problema del s. è stato discusso, e probabilmente la formula solipsistica per eccellenza è l’esse est percipi di Berkeley, il cui idealismo soggettivo nega che la realtà esterna possieda un’esistenza indipendente dal soggetto conoscente. Con ciò il s., rigorosamente inteso, è la posizione propria di ogni idealismo empirico e relativistico, identificante cioè il soggetto del pensiero con la coscienza empirica, particolare e finita, la quale, in quanto tale, non può conoscere il reale che in forma particolare e finita, senza potersi elevare a una conoscenza universale e oggettiva, comune a tutti i soggetti pensanti. Avversato già da Reid e dalla cosiddetta scuola del senso comune (➔), il s. è stato successivamente criticato da Kant, che ne mostrava l’infondatezza gnoseologica attraverso la nozione di «Io penso» o «soggetto trascendentale», la cui caratteristica è quella dell’intersoggettività e quindi di una forma di universalità. Mentre poi la problematica si estingue nell’idealismo postkantiano, in forza della risoluzione del noumeno nell’attività dell’Io assoluto o del sapere speculativo, essa ritorna in Schopenhauer, che dichiara l’invincibilità del s., sia pure soltanto sul piano teoretico, una volta risolta in chiave soggettivistica (cioè in termini di volontà e di rappresentazione) la «cosa in sé». Nella prima metà del Novecento, il tema del s. è tornato di attualità, intrecciandosi spesso a quello dello scetticismo, come attesta anche il confronto che in Italia ha avuto come protagonisti Levi (Sceptica, 1921) e Pastore (Il solipsismo, 1924). Va in partic. ricordato il s. linguistico sostenuto da Wittgenstein nel Tractatus logico-philosophicus (1922), e sintetizzabile nella tesi «i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mondo» (prop. 5.62-5.64), posizione, questa, che intendeva sostenere non tanto una forma di idealismo soggettivo, quanto l’impossibilità di trascendere il piano linguistico nell’attività conoscitiva, la coincidenza dell’esistente con il dicibile. In Der logische Aufbau der Welt (1928; trad. it. La costruzione logica del mondo: pseudoproblemi della filosofia), Carnap, sotto l’influenza di Mach, si è fatto invece sostenitore di un rigoroso fenomenismo sulla base di un «s. metodologico», che, ritenendo in ogni caso infondato il tradizionale s. gnoseologico-metafisico, considera come punto di partenza della conoscenza le esperienze elementari vissute (Erlebnisse) senza tuttavia rinunciare al conseguimento dell’intersoggettività. La questione del s. è stata inoltre ampiamente discussa nella filosofia analitica (Wittgenstein, Ayer, Strawson, Wisdom) nell’ambito del cosiddetto «problema delle altre menti», il problema cioè del modo in cui un soggetto individuale sa o accerta che anche gli altri hanno esperienze e stati mentali simili a quelli che egli può sperimentare in sé stesso per via introspettiva.

Vedi anche
egoismo Atteggiamento di chi vede nel proprio io, immediatamente inteso, la realtà assoluta o il valore esclusivo e predominante. Si distingue un egoismo teoretico (più propriamente detto solipsismo), secondo il quale l’esistenza di ogni altro soggetto non è che fenomeno della coscienza del soggetto che se ... relativismo Concezione fondata sul riconoscimento del valore soltanto relativo, e non oggettivo o assoluto, sia della conoscenza, dei suoi metodi e criteri (relativismo gnoseologico), sia dei principi e dei giudizi etici (relativismo etico), variando tutti da individuo a individuo, da cultura a cultura, da epoca ... fenomenologìa fenomenologìa Descrizione dei fenomeni, ossia del modo in cui si manifesta una realtà. In filosofia, il termine ha avuto fortuna a partire dalla Fenomenologia dello spirito (1807), in cui G.W.F. Hegel tracciò la storia delle manifestazioni dello Spirito. Oggi per fenomenologia s'intende l'indirizzo ... esistenzialismo Movimento filosofico (e in seguito anche letterario), che comprende quegli indirizzi di pensiero che concepiscono la filosofia non come sapere sistematico e astratto, ma come impegno del singolo nella ricerca del significato e della possibilità dell'"esistenza", il modo cioè d'essere specifico dell'uomo, ...
Altri risultati per solipsismo
  • solipsismo
    Enciclopedia on line
    Termine filosofico con cui si indica l’orientamento di chi considera il soggetto come l’unica autentica realtà, sia dal punto di vista pratico, ponendo l’interesse individuale a fondamento determinante dell’azione, sia da quello gnoseologico-metafisico, intendendo la realtà esterna come semplice rappresentazione ...
  • SOLIPSISMO
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Guido Calogero . Termine filosofico, derivato dalle parole latine solus "solo" e ipse "stesso", e designante perciò l'atteggiamento mentale e speculativo che il soggetto assume quando risolve ogni realtà in sé medesimo, o dal punto di vista pratico o da quello gnoseologico-metafisico. Nel Settecento ...
Vocabolario
solipsismo
solipsismo s. m. [dal lat. mod. solipsismus (Kant), comp. del lat. solus «solo» e ipse «stesso»]. – 1. In filosofia, atteggiamento di chi risolve ogni realtà in sé medesimo, o dal punto di vista pratico (ponendo a metro delle azioni il...
solipsista
solipsista s. m. e f. [der. di solipsismo] (pl. m. -i). – Chi aderisce alla teoria o alle posizioni proprie del solipsismo. Per estens., in usi letter. o elevati, chi ha un atteggiamento di soggettivismo estremo, o chi non vede che il proprio...
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