Sols sui che sai lo sobraffan chem sorz
Incipit di una canzone di Arnaldo Daniello formata di soli endecasillabi (VE II VI 6), citata da D. tra gli esempi (il terzo, dopo Si per mon Sobretotz di Giraldo da Borneill e Tan m'abellis l'amoros pensamen di Folchetto di Marsiglia) di canzoni caratterizzate da un gradum constructionis excellentissimum, da un alto grado di raffinatezza stilistica.
Di Arnaldo D. ricorda nel De vulg. Eloq. altre due composizioni: la canzone L'aura amara fa 'l bruol brancuz (II 9) citata al secondo posto dopo No posc mudar di Bertram del Bornio come modello di poesia d'amore, uno degli argomenti supremi per il volgare illustre; e Sem fos Amor (XIII 2), esempio di canzone a " coblas dissolutas ", ossia una oda continua usque ad ultimum progressive, hoc est sine iteratione modulationis cuiusquam (X 2), senza rima: schema assai frequentemente adottato da Arnaldo, e che D. accosta a quello della sua canzone sestina Al poco giorno, impropriamente (v. SEM FOS AMOR).
Le citazioni attengono sempre a un'eccellenza di carattere stilistico, eccellenza che ad Arnaldo D. riconobbe nettamente (Pg XXVI 115-117 questi ch'io ti cerno / col dito... / fu miglior fabbro del parlar materno); né è di alcun rilievo il posto di ‛ riserva ' lasciato in due casi alle composizioni di Arnaldo, circostanza che secondo alcuni studiosi starebbe a testimoniare una diversa valutazione del poeta perigordino nel De vulg. Eloq. rispetto alla Commedia, e questo anche alla luce di una forzata interpretazione specifica, proprio a margine di VE II II 6, dei versi 119-120 del medesimo canto del Purgatorio, lascia dir li stolti / che quel di Lemosì [cioè Giraldo] credon ch'avanzi (e supponendo quindi che D. autodichiari la propria, per quanto passata, stoltezza!).
La canzone rientra per il contenuto nel genere amoroso, ed è tutta intessuta di artifici, giusta le predilezioni stilistiche di Arnaldo: rime equivoche, iperbati, paronomasie, abbinamento di voci sinonimiche; e D. l'avrà senza dubbio ricordata proprio per questa sua tessitura straordinariamente ricca.